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SIX FEET UNDER - STAGIONE 2 regia di Alan Ball, Miguel Arteta, John Patterson, Lisa Cholodenko, Kathy Bates, altri

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     9 / 10  01/04/2014 13:34:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dalla 2° stagione la serie perde quell'ironia per farsi più seria, adotta un tono drama, lo sviluppo ciclico dei personaggi è solo all'inizio, tutto è condizionato dalla scoperta di Nate di avere una malformazione ad una arteria che potenzialmente gli può essere fatale in ogni momento, dapprima tenuta nascosta alla famiglia poi si confiderà con la sorella dopo un attacco durante il viaggio a Seattle da Lisa (un'ottima Lili Taylor che lascerà il segno nella serie) alle porte del matrimonio con Brenda che intanto subisce il fascino di una cliente prostituta e si fa trascinare nel circolo lussurioso, esperienze estreme atte ad assurgere in lei nuova ispirazione per il suo romanzo in nuce.
Ruth corteggiata da 2 uomini, re-incontrerà la sorella dopo anni di silenzio, Patricia Clarkson altro ospite graditissimo che comparirà ciclicamente.
Kathy Bates per le prime 2 stagioni si limiterà a dirigere qualche episodio, entrerà in scena dalla 3° nel ruolo di Bettina, uno dei personaggi che più ho amato. Intanto nell'azienda torna Federico, assoldato ma come socio, infatti la Kroehner dopo i vani tentativi di Gilardi e il capo Mitzi Dalton-Huntley, fallirà per bancarotta.
Alan Bell come nella prima dirige il season finale, tutto incentrato su Nate e l'operazione chirurgica divenuta necessaria dopo l'ultimo attacco per scongiurare il rischio di ictus.
I toni misurati mai melodrammatici anche quando ad essere trattata è materia che ben si presterebbe ad emozionare ma Bell rifiuta categoricamente di farsi dinoccolato, regia lenta e profonda, script che marcia sull'introspettiva, i personaggi sono vivisezionati, vengono palesate le loro insicurezze, Claire vittima di un carattere pessimista e cinico, ha paura del futuro e di quale strada percorrere, se vale la pena intraprendere la sua carriera artistica, è una serie che si mantiene solida sino alla fine senza cali, la terza si aprirà con una bellissima sequenza surreale, propria di una serie che continua celatamente a cambiare registro.