elio91 8 / 10 07/06/2010 15:38:16 » Rispondi Delicata e leggera riflessione sul cinema,la realtà e l'illusione. Ambientato durante la grande depressione,scelta quantomeno azzeccata perché il cinema era una delle poche distrazioni che riuscivano a far dimenticare per poche ore i problemi delle persone e del paese. Mia Farrow è esattamente lo spettatore perfetto: sognatrice,con una vita dura,si concede il lusso di sognare in un cinema guardando le sue pellicole preferite fino a quando la finzione si verrà a mischiare con la realtà e lei dovrà scegliere... La più grande intelligenze ne La rosa purpurea del Cairo è rendere omaggio al cinema muto (specie il Keaton di Sherlock Jr.,chiara fonte di ispirazione per la storia) e al contempo al cinema di tutti i tempi con una dichiarazione d'amore per uno svago necessario e che può trasformarsi a volte in più di uno svago: un vero e proprio amore. Gli attori sono bravissimi,il film non dura nemmeno tanto. Resta nel finale (e come senso del film) l'attività consolatoria del sogno e del Cinema contro la durezza e l'amarezza della realtà. Mia Farrow che guarda Fred Astaire e Ginger Rogers ballare con lo sguardo sognante è indimenticabile...