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NYMPHOMANIAC - VOLUME 2 regia di Lars von Trier

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ferro84     8 / 10  26/04/2014 11:28:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concluso questo secondo e ultimo capitolo è possibile trarre le conclusioni sull'ennesima opera controversa di Lars Von Trier. Con Nymphomaniac continua il viaggio del regista danese su tutti i (non) generi cinematografici: il musical dance in the dark, l'horror Antichrist, il fantascientifico "Melancholia", la commedia "Il grande capo" e adesso il non-porno. Cosa spinge Von Trier nei meandri disturbati e disturbanti di una sesso-dipendente? In primo luogo il gusto della provocazione, cosa cui ci ha da anni abituato. La provocazione di Von Trier questa volta non va tanto, o non solo, nel portare in scena un film sessualmente esplicito ma nel portare avanti un'opera assolutoria sui presunti disturbi della sessualità.
Von Trier porta in scena un'eroina moderna, schiava ed orgogliosa della sua dipendenza dal piacere, un'edonista tormentata che ricerca se stessa nel sesso e in tutte le sue divagazioni. Non è un viaggio piacevole, è una dipendenza e come tutte le dipendenze porta alla solitudine e alla sofferenza.
Nymphomaniac vive di mille contraddizioni e lo stesso Von Trier sembra addirittura giocarci, se il secondo capitolo diventa cupo, meno ironico e più attento ad analizzare le conseguenze distruttive di una simile condotta di vita dall'altro rivendica con forza il diritto della sua protagonsita ad essere una ninfomane.
C'è un pò un elemento tipico del suo cinema ovvero da un lato c'è la razionale rappresentazione del dramma di una donna dall'altro c'è la fascinanzione sessuale che il regista ha nei confronti di un personaggio così sessualmente spinto.

Le provocazioni di Von Trier sono notevoli perchè mai gratuite eppure fortissime, il capitolo sulla pedofilia è quanto mai potente così come il suo parallelismo con il vissuto della protagonista, insieme al capitolo sulla "signora H", due momenti di grandissimo cinema.
Eppure il film è evidentemente incompiuto perchè, come detto, Von Trier ama troppo la sua protagonista per poter farne un'analisi psicologica approfondita, se ne sottolineasse le origini dei disturbi come farebbe a procedere a quel processo assolutorio che c'è nella seconda parte del film?
Tutto resta in sospeso, il rapporto con il padre non riesce ad emergere in modo chiaro e la ninfomania diviene un elemento insito nella protagonista e non indotto. Eppure alla base di ogni dipendenza c'è una carenza affettiva che pure nel vissuto infantile di Joe non sembra emergere in maniera tale da giustificare una simile tendenza.

Inoltre il gusto della provocazione sembra prendere la mano soprattutto nella scena finale, molto forte, a tratti divertente, eppure, l'ennesima in costante contraddizione.



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Il cambio di attori nel ruolo di Jerome ed alcune conincidenze strane non si capisce se facciano parte di una distorsione del racconto di Joe, oppure ci siano altre ragioni.
Ad ogni modo cast monumentale come monumentale è il coraggio di Charlotte Gainsbourg che mette tutta se stessa e il suo corpo al servizio di un film difficilissimo ma pieno di suggestioni.

Forse per comprendere in pieno questo film va visto nella versione integrale, limitandoci a quanto presentato, Nymphomaniac è l'ennesima grande opera di Von Trier, ennesimo film che non si dimenticherà sebbene siamo lontani dai livelli di completezza e ispirazione di Antichrist o di Melancholia.
NutriaDanzante  28/04/2014 17:45:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cambio di attore di Jerome è stato dovuto perchè sono passati anni da quando lei è diventata madre a quando ha deciso di abbandonarlo. Almeno, così diceva lei, mi pare di ricordare che abbia detto che erano passati un sacco di anni da quando lui era fuggito col bambino a quando lei aveva intrapreso l'altra via con la ragazza giovane!
ferro84  02/05/2014 00:04:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
però lei resta uguale