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IL VENTRE DELL'ARCHITETTO regia di Peter Greenaway

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ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  17/05/2009 20:24:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A un anno dallo “Zoo di Venere” è la volta di quello che, probabilmente, costituisce il punto più alto della produzione di Greenaway. Con "Il ventre dell'architetto" si acuisce il senso di impotenza (trasmesso con estremo pathos) riveniente dall'impossibilità di controllare la realtà, e il sopravvento della Natura si fa ancora più penetrante e crudele perché non visibile in superficie: il deterioramento del corpo non si svolge più davanti all'occhio nudo, ma passa all'interno del corpo medesimo agendo "sotterraneamente" (nell'addome e nella testa) e prendendosi beffe di chi presume di poter atteggiarsi a padrone della propria esistenza: dal lavoro all'arte, dalla propria donna alla vita stessa, tutto sfuggirà di mano al protagonista Stourley Kracklite. In quest'opera Greenaway, accantonati -o quasi- i rompicapo da onanismo intellettuale (presenti così copiosamente ne "Lo zoo di Venere", che sarebbe impresa improba, oltre che inutile, enumerare tutti), si concentra in massima parte sulla struggente parabola discendente di un uomo (solo), travolto dall'inesorabile e ciclico susseguirsi naturale di nascita e morte (rectius, di morte e nascita).