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X-FILES - STAGIONE 4 regia di R W Goodwin, Rob Bowman, Kim Manners, David Nutter, Chris Carter

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hghgg     9½ / 10  31/05/2014 13:04:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'apice di "X-Files", la vetta più alta raggiunta dalla serie di Chris Carter, questa quarta stagione è il punto estremo, oltre il quale non resterà poi che scendere; Uno dei capolavori assoluti in tutta la storia della serialità televisiva.
Ovviamente il distacco tra questa e le tre stagioni precedenti è davvero irrilevante e la mia preferenza verso questa quarta stagione in particolare è soltanto frutto di sottili gusti personali, un po' uno spaccare il capello in quattro. Ma questa è la stagione della definitiva maturità, della scrittura, della regia, dei personaggi, degli interpreti, delle trame stesse; questa è la stagione in cui tanti nodi cominceranno a venire al famoso pettine, questa stagione è un punto d'arrivo clamoroso seppure collegato con i primi due episodi della quinta stagione. Inoltre è la stagione che personalmente ho trovato più intensa in assoluto (e non solo per il cancro di Scully), drammatica e potentissima anche in virtù di un'ispirazione ancora altissima e di una raggiunta maturità che da a mio avviso quel poco in più che non c'era nelle stagioni 1-2 e 3 (dettagli, purissimi dettagli).

A dire il vero fosse stato solo per i primi 6 episodi questa quarta stagione avrebbe avuto un voto in meno e l'avrei considerata leggermente inferiore alle tre precedenti; effettivamente in quei primi episodi si avverte una leggerissima stanchezza e un piccolo calo rispetto ai fasti, ad esempio, dela terza stagione; certo nulla di particolarmente serio, ma un minuscolo calo c'è, all'inizio della quarta. Si parte con la Mitologia, con "Herrenvolk" che chiude i conti lasciati in sospeso da "Talitha Cumi" rispetto al quale risulta comunque leggermente più fiacco, pur restando un eccellente episodio di una Mitologia che d'altronde in questa serie raggiunge il suo apice (e di fatto, essendo la Mitologia il punto focale di X-Files, raggiunge la vetta la serie stessa). La serie di episodi che va dal 4x02 al 4x06 però è nel complesso un po' meno convincente del solito. Intendiamoci sono tutti episodi ottimi (il particolare e in un certo senso "romantico" "The Field Where I Died" ad esempio, diretto molto molto bene, con una gran classe registica) e se parlo di "meno convincenti" mi riferisco solo in confronto agli standard spaventosamente alti della serie anche solo parlando degli episodi "Mostro della settimana". Leggermente meno convincenti sarebbero anche alcuni episodi di mezzo, in particolare le puntate 4x15 e 4x16 ("Kaddish" e "Unrequited"). Dico "sarebbero" perché in realtà sono ottimi episodi, o meglio è ottimo in particolare il 4x16, ma lì c'è già di mezzo la storyline del cancro di Scully e non mi piace per nulla come la cosa è stata momentaneamente "lasciata da parte" in questi due episodi (a dire il vero anche nel successivo "Tempus Fugit" ma lì siamo nella Mitologia ed è un episodio in due parti e ci penserà poi la seconda parte, "Max" a ricordare ciò che sembrava dimenticato...). Voglio dire, avevamo appena avuto "Memento Mori" (4x14), capolavoro di grande intensità drammatica e una delle vette di questa stagione, in cui veniva affrontata e aperta definitivamente e chiaramente la trama della malattia di Scully dopo gli accenni delle due puntate precedenti. "Memento Mori" mette al centro la malattia, la precarietà, la paura della morte, il rapporto fortissimo con Mulder, i tanti dubbi, la sofferenza, con una maturità, una delicatezza e una classe da far venire i brividi, è un episodio perfetto sia tecnicamente che emotivamente parlando, con una Gillian Anderson impeccabile (e bravo anche Duchonvy) e una sceneggiatura tra le migliori dell'intera serie (uno degli autori è Vince Gilligan, che evidentemente l'idea del cancro al protagonista deve averla presa da qui e che altrettanto evidentemente già a metà anni '90 sapeva sceneggiare veramente bene). Alla fine dell'episodio, dopo una girandola emozionale da capogiro, la Scully decide di provare a curarsi e tornare in servizio. Ok, nulla di male anzi, era ovvio. Peccato che appunto nei due episodi successivi già citati il cancro che la affligge praticamente sparisce, proprio così, puf non c'è più. Si indaga come nulla fosse, non se ne parla nemmeno, nessuno dei due, nessun sintomo, niente, nada, niet. E a me 'sta cosa non va giù, eh, mi sembra un po' poco credibile vista anche la gravità della malattia... Gilligan prende appunti e migliorerà la cosa successivamente nella sua serie (In "Breaking Bad" non c'è una puntata, all'inizio, in cui non c'è un'avviso almeno dei sintomi di Walter White, a ricordarci che quello lì starebbe per crepare). Poi per carità riappare eh, ed è sempre più presente nel corso degli ultimi episodi, il cancro di Scully, ed ogni volta che riappare è un episodio capolavoro (soprattutto nella Mitologia of course), in un sempre crescente vortice drammatico che si unisce in più a quei complotti e misteri che pian piano vengono a galla pur facendosi sempre più complessi, intricati e pericolosi per il magico duo. Sempre più carne al fuoco quindi, ma perfettamente gestita e molto ben sceneggiata.

Ma quand'è che questa quarta stagione diviene IL capolavoro di "X-Files" superando le tre precedenti stagioni ? Dopo i primi 6 episodi in leggerissimo calo, arriva il botto. Lo straordinario "Musings of a Cigarette-Smoking Man" (4x07) inaugura un filotto di 4 episodi straordinari, quattro capolavori assoluti uno più bello dell'altro. "Musing of a Cigarette-Smoking Man" potrebbe anche essere, molto soggettivamente parlando, il mio episodio preferito di "X-Files", tanto stimo e adoro il personaggio dell'Uomo che Fuma. Non solo in questa quarta stagione è divenuto un personaggio TOTALE (ma già della seconda stagione eh), infinitamente ambiguo, tremendamente ben caratterizzato e immensamente carismatico, ma addirittura con questo settimo episodio si ritaglia lo spazio di protagonista assoluto. "Musings of a Cigarette-Smoking Man" narra la sua storia, per tutto l'episodio non ci sono Mulder e Scully (una appare in un flashback solo alla fine, dell'altro si sente solo la voce) ma solo lui, lui e la sua vita, vissuta nell'ombra e nella solitudine. Tutto l'episodio è quindi un grande flashback che parte dai primi anni '60 e attraversa la vita dell'Uomo che Fuma per un trentennio fino ai primi anni '90 e, di fatto, all'inizio di "X-Files". Mi è difficile descrivere l'intensità e la profondità di questo episodio, sceneggiato meravigliosamente con uno script molto strutturato e una narrazione matura e tridimensionale che mette in campo tutte le sfaccettature, la complessità e l'ambiguità (nel male, ma forse anche nel bene) di questo grande personaggio, che trasuda da ogni poro tanto spietatezza quanto solitudine. Strepitosa la scena con lui, Gola Profonda e l'alieno... C'è solo da guardare e poco da dire alla fine perché ogni singola scena è memorabile, ogni singola sequenza ha qualcosa da dire e L'Uomo che Fuma raggiunge il suo apice qui, in tutta la sua profondità di personaggio, reso benissimo, una volta ancora, da William B. Davis (ma anche dall'attore che lo interpreta da giovane). Episodio anche commovente, nel finale, profondo, drammatico, potentissimo, scritto, diretto e interpretato senza sbavatura alcuna. Miglior episodio della stagione e della serie tutta ma ovviamente è solo una mia preferenza personale.

Ma non finisce qui (però la faccio breve che le trame ve le scoprite da soli, ed era pure ore che ti stavi zitto, direte): la Mitologia raggiunge livelli sublimi con la doppietta da capogiro "Tunguska" e "Terma" probabilmente la mia doppietta preferita di tutta la Mitologia di "X-Files". Due episodi, due grandi capolavori della fantascienza. Qui la serie raggiunge davvero livelli d'intensità quasi insostenibili (e il bello in realtà doveva ancora arrivare) ed è tutta una goduria da ottanta minuti e passa. E poi, a chiudere il poker di episodi capolavoro che hanno contribuito parecchio al 9 e mezzo c'è "Paper Hearts" altro episodio splendido per scrittura e interpretazioni e con delle sequenze bellissime (quella finale al deposito degli autobus ad esempio) tanto da lasciarmi una volta ancora a bocca aperta alla fine dell'episodio. E poi arriva come detto "Memento Mori", l'altra grande doppietta "Tempus Fugit" e "Max", un altro paio di episodi eccellenti ("Synchrony", in cui però si ri-dimenticano tutti che Scully è gravemente malata e il divertentissimo "Small Potatoes" momento ironico della stagione e che mette anche un bel tassello, a modo suo, per la successiva evoluzione del rapporto tra i due protagonisti) e poi il bellissimo "Zero-Sum" con un immenso Walter Skinner (ovviamente è ormai inutile ribadire la caratura, l'importanza e la complessità del personaggio) divenuto piuttosto "ambiguo" e costretto a collaborare con l'omino delle sigarette per tentare di salvare Scully, il tutto ad insaputa dell'altro pupillo Mulder. Episodio bellissimo, con Scully totalmente assente perché in ospedale, e con il cancro che si aggrava (Così, tutto d'un botto, torna all'attacco per le povere coronarie di noi spettatori). E il successivo "Elegy" altro capolavoro che torna a mettere al centro Scully e la sua malattia, approfondendo di fatto quanto già fatto e detto in "Memento Mori" e dando grande importanza al rapporto tra Mulder e Scully in questa difficile situazione. Ne esce fuori un altro episodio molto intenso e drammatico e tra l'altro per nulla scontato e, come da prassi in questa stagione, molto ben sceneggiato, si respira benissimo l'avvicinamento alla fine per Scully (ah-ah. se, come no...). Poi il Mulder-centrico "Demons" con un Mulder-Duchonvy ottimamente in crisi e Scully che, finché ce la fa, gli da al solito una mano (anche perché se lei non salva lui, poi lui dopo non può salvare lei, ehhhh 'sti volponi degli sceneggiatori e di Carter han pensato proprio a tutto eh...).

E poi c'è "Gethsemane". E che devo dire... Questo episodio è il tutto. C'è tutto. Tutto ciò che abbiamo visto in questa stagione e in quelle precedenti qui sta arrivando al compimento, nulla qui ha termine ma tutti i nodi cominciano a sciogliersi e tutte le strade stanno per arrivare al termine. Trame, sottotrame, situazioni, la malattia di Scully, il Consorzio, il Complotto Governativo, il grande bluff sulle forme di vita extraterrestri che sembra esser stato quasi svelato... "Gethsemane" è un tornado di tensione ed emozione capace di lasciare come non mai con il fiato sospeso, sospeso come le tante situazioni lasciate in ballo con una perfidia e una classe sceneggiatoria da applausi. Ottima anche la gestione temporale degli eventi tra presente (Scully che parla alla commissione) e flashback di eventi di poco precedenti (gli avvenimenti principali dell'episodio) che si incasineranno ancora di più ad inizio quinta stagione. Succede di tutto e tutto è sceneggiato e diretto divinamente. "Gethsemane" è un episodio da triplo infarto: Scully con il cancro ormai allo stadio finale (e infatti nel primo episodio della quinta stagione, alla stessa riunione in cui la troviamo alla fine di questa stagione...), Mulder che vede crollare tutte le sue certezze, avvenimenti che si susseguo ad intensità massima e poi il finale, l'ultimissima sequenza della stagione, con il primo piano di Scully e la sua terrificante rivelazione... Che poi lo sai benissimo che ti sta prendendo per i fondelli, eppure il cazzotto nello stomaco riesce ad arrivare lo stesso, tanto la scena è ben scritte e tanto brava è la Anderson nel recitarla. "Gethsemane" sta per chiudere tutte le porte ma non ne ha ancora chiusa nessuna. E' devastante, e se non fosse per la mia preferenza personale per l'episodio Uomo che Fuma centrico sarebbe questo il miglior episodio di "X-Files".

Mulder e Scully ormai sono personaggi iconici, quasi una seconda pelle per Duchonvy e la Anderson sempre più a loro agio nell'interpretarli. L'Uomo che Fuma è semplicemente uno dei più grandi personaggi televisivi mai creati, Skinner ci va vicino, i membri del Consorzio sono sempre più affascinanti e inquietanti, salutiamo un gran personaggio come Mr.X, Marita Covarrubias è un'ottima new-entry (Laurie Holden quando faceva serie televisive belle) e tutti i personaggi secondari sono azzeccati e con un loro motivo d'esistere. Tante rivelazioni, tanti colpi di scena, tante emozioni, tanti momenti drammatici e strepitosi, livello di sceneggiatura molto alto, ottima regia, ottima fotografia, ottimo montaggio, ottime interpretazioni, ottimo tutto e con un ultimo episodio allucinante. La stagione più intensa ed emozionante di "X-Files" la vetta irripetibile. Chicca: Vince Gilligan è anche il co-produttore dell'intera stagione.

Capolavoro assoluto, è davvero una delle migliori serie televisive di sempre. Stagione clamorosa.