caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

DOCTOR WHO - IL GIORNO DEL DOTTORE regia di Nick Hurran

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
elio91     8½ / 10  23/03/2014 12:58:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allora, molto ci sarebbe da dire. Questo special dei cinquant'anni è una patata bollente nelle mani di qualunque sceneggiatore, e Moffat doveva dimostrare di non aver detto tutto dopo una settima stagione non all'altezza. Bisogna ammettere che però "The day of the Doctor" è una delle cose migliori che abbia scritto a livello prima di tutto emotivo, e poi per i giochi cui ci ha abituato (quadri 3D, il modo vertiginoso in cui si intersecano svariate linee temporali). Si riuniscono qui non solo due Dottori (Matt Smith che oramai si prepara a dare l'addio alla serie, e David Tennant che è forse il più amato di sempre insieme a Baker) ma viene esplorato anche il personaggio enigmatico di John Hurt apparso alla fine della settima stagione e introdotto come "Dottore". Anche se egli dice di non essersi meritato tale appellativo, è comunque emozionante e divertente vedere il botta e risposta tra i tre, il modo in cui si approcciano ed è un punto di forza di Doctor Who inestimabile: se Matt Smith e David Tennant riportano in scena i loro dottori con le loro manie, i loro modi di fare e il loro abbigliamento (nonché le loro ossessioni, ad esempio la "pesantezza emotiva" del decimo che è forse quello che più di tutti porta sulle spalle il peso di errori nel passato), John Hurt si costruisce daccapo un Dottore che non abbiamo mai conosciuto e lo fa in modo convincente dimostrando tutta la sua bravura (come se ce ne fosse bisogno).
Inutile dire che però "The day of the Doctor" nasce più come una lettera d'amore ai fan della serie, per citare mi pare il produttore, ed è cosi che le strizzate d'occhio si sprecano e alla fine si riesce, nel climax finale, a riunire in modo convincente dati i mezzi e soprattutto le possibilità tutti i Dottori (più un veloce ed emozionante cameo di Capaldi) pur non avendo avuto la possibilità materiale di averli tutti insieme. Ed è un momento e un finale convincente.
Inoltre Moffat rispolvera il tema portante di Doctor Who, oltre al suo umorismo, cosa che sembrava aver perso per strada: la scelta che il Dottore deve fare per salvare delle vite, una scelta terribile che alla fine, con il classico "Time can be rewritten" apre nuovi orizzonti per la serie che cosi riesce a rinnovarsi e a modificarsi senza contraddirsi e sfruttando appieno tutte le tematiche di Moffat preferite.
Presenza marginale anche di Billie Piper nel ruolo di Rose/Bad Wolf, ma ancora più emozionante è il dovuto cameo di Tom Baker in un ruolo giustamente ambiguo, autoreferenziale ma per nulla disturbante.
Insomma, forse non è l'episodio perfetto di Doctor Who ma dato quello che c'era in gioco e la mole di personaggi, temi e aspettative intorno al cinquantenario è lo special migliore che ci si potesse augurare.
Quindi lunga vita al Doctor Who, altri cinquanta di questi anni (e oltre)!