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DOCTOR WHO - STAGIONE 3 regia di James Strong, Richard Clark, Graeme Harper, Hettie MacDonald, altri

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elio91     7½ / 10  06/02/2014 22:34:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco, questa è sicuramente la più difficile da votare.
Da un lato contiene gli episodi più brutti dell'intera serie, per di più uno dietro l'altro, e mi riferisco al terribile ciclo di 4 puntate che parte da "Daleks in Manhattan" e finisce solo con "42". Dall'altro ha un finale di stagione perfetto, con episodi singoli strepitosi- in primis "Blink", puntata quasi tappabuchi con la presenza rarefatta del Dottore e pochissimi effetti speciali, scritta dal solito Moffat, in cui quest'ultimo riesce a creare dei nemici spaventosi senza bisogno di attori né computer grafica (gli angeli piangenti), e sfruttando le paure infantili di ognuno di noi (quale bambino non ha mai pensato che le statue, in segreto, lo stiano osservando minacciose?). "Blink" poi arriva dopo l'ottimo duo "Human Nature/The family of blood", e infine è seguito dal finale di stagione in 3 episodi che segna l'arrivo di John Simm come arcinemico.
Effetti speciali più riusciti e una gestione più chiara e meno prevedibile del tutto l'avrebbero reso un finale ancora più epico, e cosi ci riesce soprattutto grazie alle musiche di Murray Gold e alle grandi interpretazioni di Tennant e Simm.
La terza stagione ha un altro, enorme difetto che le tarpa le ali e risponde al nome di Martha Jones: companion assolutamente inadeguata ed irritante, priva del carisma necessario per rimpiazzare Billie Piper (che pure non è sto granché di attrice) e che fortunatamente verrà rimpiazzata nell'ottima quarta serie, la più bella, dalla comica Catherine Tate. Anche se purtroppo Martha continuerà ad apparire qui e là.

Stagione altamente schizofrenica che potrebbe indurre molti, nel ciclo di puntate citate, ad abbandonare definitivamente la serie. Forse, ma dico forse, vale la pena resistere. Ma se a quel punto non siete diventati appassionati del Doctor Who e dei suoi difetti (e dei suoi tanti pregi), allora non vale la pena proseguire.