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HOW I MET YOUR MOTHER - STAGIONE 7 regia di Pamela Fryman, altri

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olikarin     9½ / 10  22/10/2017 03:01:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nonostante i numerosissimi commenti negativi su questa stagione in rapporto alle altre, personalmente l'ho divorata e adorata. Divertentissima la prima puntata in cui un ampio flashback racconta come Ted sia riuscito in pieno a rovinare vari matrimoni. Il primo episodio comincia, appunto, annunciando un matrimonio ma tutto tace sino all'ultimo in cui, circolarmente, la questione viene ripresa.

"E adesso che sono incinta, incinta di quest'idea nell'utero della mia mente, vedo queste cose con grande chiarezza. Tra te e Barney c'è quel genere di chimica che non si spegne mai."
"Tu dici? E allora perché sta lebbronizzando qualunque cosa si muova?"
"Sei la ragione per cui non ha richiamato Nora, sei la ragione per cui sta solo analizzando il mercato, e sei la ragione per cui non fa mai centro di proposito. Si chiama chimica."
"Meglio lasciar perdere, non c'è più alcun accenno di chimica tra me e Barney. Tra noi è finita."
"Ah veramente? Dimostralo, va a dirglielo!"
"E perché dovrei farlo, scusa?"
"Perché nel profondo del suo cuore, anche se non ne è per niente consapevole, Barney vuole stare con te. E se non deve andare così, è meglio che lo sappia."

Già dal dialogo tra Robin e Lily è evidente che tra Robin e Barney c'è ancora qualcosa di forte; tutta la stagione gioca sulle incertezze sentimentali che si sviluppano tra Robin e Kevin, Nora e Barney, Ted e Robin, Barney e Quinn, Ted e Victoria, Barney e Robin. Personaggi nuovi e personaggi che tornano dal passato, ognuno in grado di svelarci nuove sfaccettature dei protagonisti. L'evoluzione psicologica più interessante ancora una volta riguarda Barney che cerca ad ogni modo di abbandonare la vita da playboy per dedicarsi ad una relazione seria. Emblematica una scena con Nora. Divertentissimo lo scherzo preparato da Barney e Quinn. Commoventi Lily e Marshall come neogenitori.

Particolare la suddivisione in spazi diversi per mezzo di didascalie nell'ep.15 (soluzioni simili erano già state adottate nelle altre stagioni) per scandire i momenti salienti della giornata: "sala da pranzo", "cucina" ; interessante la scelta adottata in questa sitcom di mostrare un avvenimento o un dettaglio in un momento x, per poi tornare indietro nel tempo, mostrare allo spettatore altre sfumature della vicenda e metterlo sullo schermo più volte per dare allo spettatore una visione completa di come son realmente andate le cose. Senza questa tecnica, come avremmo fatto a capire perché Lily improvvisamente, durante la festa, butta per terra il formaggio? Anziché prenderla per esaurita, ci rendiamo conto che dei dolcissimi topolini possono giocare brutti scherzi. Stesso discorso vale per le situazioni mostrate dal punto di vista di più personaggi in cui una versione è quella reale e l'altra, beh, è semplicemente frutto della loro fantasia e dei loro desideri.

Nella scena del parto di Lily, il montaggio con la rapidissima successione delle inquadrature mostra da un lato la ragazza in preda al panico, dall'altro dei flashback, relativi alle avventure del gruppo, che Ted e Robin le raccontano per tranquillizzarla. La soluzione è finalizzata a rendere meno drammatico un momento di per sé significativo, forse semplicemente per strapparci un sorriso in più, dato che il tono è già smorzato di base dall'umorismo e dall'ironia di cui la sitcom è permeata.

Trovo sia una stagione coinvolgente soprattutto perché ci son molti più momenti di introspezione psicologica rispetto alle altre, significativo anche come si evolve il rapporto di Lily e Marshall con gli altri personaggi, specie quando traslocano. Ed è normale ormai, arrivati a questo punto, affezionarsi sempre più ai personaggi, parteggiare, avere speranze. Alla fine il segreto di queste stagioni non sta tanto in eccezionali soluzioni stilistiche o episodi leggendari, come direbbe Barney, ma nella semplicità con cui ognuno di noi vive tutte le storie assieme a loro. L'elemento più importante è la capacità di lasciarsi coinvolgere, di piangere assieme a loro sia di tristezza che di gioia, entrare in empatia. Sembra banale ma è inevitabile che il coinvolgimento dello spettatore sia, in parte, direttamente proporzionale al livello di identificazione con ciò che viene raccontato. Se le emozioni in comune son troppe, beh il danno è fatto..