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DETOUR - AUTOSTRADA PER L'INFERNO regia di Edgar G. Ulmer

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Invia una mail all'autore del commento ilSimo81     7½ / 10  04/12/2014 16:14:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Disilluso ma non definitivamente arreso davanti ad una vita mediocre, Al Roberts intraprende un viaggio che, invece di rendergli la serenità perduta, gli imporrà l'amara legge del Destino.

"Detour" (noto in Italia anche coi titoli di "Autostrada per l'inferno" e "Deviazione per l'inferno") è un B-movie con tutti i limiti implicitamente contenuti nella sua stessa definizione: un cast ridotto all'osso, effetti al limite della decenza, ambientazioni insignificanti. Questo non inficia la qualità di una pellicola ben vivace, dinamica e sorprendente per essere figlia dell'immediato dopoguerra (1945).
In mezzo ad una filmografia che non ha minimamente scalfito la storia del cinema, Ulmer colpisce nel segno con "Detour": un risultato importante con un minimo sforzo. Attraverso i decenni, il ritratto dei personaggi non si sbiadisce affatto: cambiano i modi e i nomi, ma l'allibratore, la giovane che sogna il successo mediatico, l'arrivista imbroglione non sono mai spariti.
Paradossalmente, il protagonista Al non è più protagonista della sua vita di quanto possa esserlo una marionetta: sotto i suoi modi burberi galleggia una dubbiosa fragilità davanti agli eventi, fragilità di cui si alimenta un Destino avverso, che pianifica la vita dello stesso Al facendone le veci, assumendo di volta in volta forme diverse (un colpo di sfortuna, un incontro casuale, un evento indesiderato).
Questa abulia porta a deviazioni inattese e indesiderate, in una storia on the road che non può sorridere all'uomo che cede la penna al Destino perché sia questo a scrivere i capitoli della sua vita.

In "Detour" si fanno apprezzare l'intelligenza della narrazione e la vivacità della storia, che beneficia di una durata limitata ma adeguata alla pellicola.
Un manifesto del B-movie.