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L'AMORE BUGIARDO - GONE GIRL regia di David Fincher

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axel90     6 / 10  14/12/2014 16:26:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tante premesse, troppe. Il film alla fine si rivela un buco nell'acqua. Non uno grosso, ma comunque non quello che ti aspettavi. Si gira intorno ad un thriller di quelli tesi, in pieno stile Fincher con tanto di fotografia fredda, regia rigorosa e geometrica, montaggio secco e fulmineo e la colonna sonora di Raznor. Ammetto una delle più belle sorprese è stata la scelta del cast: Ben Affleck è perfetto nella parte di Nick Dunne, non tanto perché recita bene (quello non lo ha mai fatto) ma è l'attore giusto per interpretare un personaggio che si presenta sempre spento, anaffettivo, mai particolarmente emotivo ed investe su di sé l'odio nei confronti degli altri personaggi (e anche di chi guarda il film). La Pike è dannatamente brava: algida, perentoria, distaccata, ogni suo occhiata lascia intravedere la natura psicotica dentro di lei. Tutto gira intorno al classico thriller hollywoodiano, ma tra le pieghe della narrazione c'è anche di più: è un'analisi cinica del rapporto di coppia esasperato, è la nuova visione che si dà della cronaca nera, quella fatta ad anteriore nei salotti dei telegiornali e sui post di Facebook, è un gioco di scatole cinese che serve a divertire e sollecitare il pubblico. E' ciò che ho sempre desiderato da un thriller moderno, ma che solo qui riesco a trovarne per la prima volta il più fulgido esponente: cosa è diventata la cronaca nera ai tempi dell'instant information?
Per venire a patti con un film del genere, ahimè, tocca sacrificare qualcosa. Quanto siamo decisamente sicuri di credere nei personaggi? Non dico tanto nella storia, a, quella è iperbolica e grottesca di suo, andare a trovare il pelo nell'uovo in ogni singolo passaggio (oltretutto in un film di oltre due ore e mezza che ha già tagliato parecchie parti dal libro da cui è tratto) significa far cadere completamente il castello di carte su cui è costruito. Ciò che può essere difficile da comprendere è come ogni personaggio porti avanti una propria follia, un modo unicamente malato di vedere il mondo, risulta ostico empatizzare. In ultima analisi, si: il film è una trashata. Una di quelle belle, patinate, ma resta comunque un racconto che usa un humour macabro dal primo minuto, un distacco emotivo a cui è difficile abituarsi, una serie di azioni e conseguenze difficili da decifrare ma soprattutto per come è costruito viene il dubbio che tutti quelli che girano intorno all'indagine (Fincher ha iniziato e concluso proprio con il fatto che esista un mosaico di persone che insieme facciano di tutto per mandare avanti l'indagine) non siano persone reali, ma semplici marionette facilmente manipolabili e senza intelletto. Pretestuosamente falso, si prende per quello che è: una trashata intelligente, cinica e cattiva spacciata per prodotto superiore. Fincher la prossima volta non prendere uno di quei thriller che si comprano all'aeroporto per far passare meglio il viaggio. Quando ti deciderai a qualcosa di più interessante non sarà ancora troppo tardi. (Oltretutto il libro da aeroporto l'ho letto pure io quindi non dovrei esserne così spavaldo)