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APES REVOLUTION - IL PIANETA DELLE SCIMMIE regia di Matt Reeves

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  12/12/2014 12:16:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli uomini decimati dal virus delle scimmie vivono in una piccola colonia sovrappopolata, per mandare avanti la baracca hanno bisogno di corrente elettrica, necessaria soprattutto per tentare di comunicare con eventuali altri sopravvissuti.
L'unico mezzo per raggiungere l'energia è quello di riattivare la vicina diga ormai in disuso da anni, nella zona però si è insediato Cesare con il suo organizzatissimo e numeroso popolo di primati, i quali memori delle torture e delle umiliazioni subite in laboratorio non vedono di buon occhio il loro territorio invaso dagli uomini.
Ad ergersi autorevole è proprio la figura di Cesare, protagonista indiscusso della pellicola, capace di mettere in secondo piano gente del calibro di Gary Oldman e di Jason Clarke, ovvero il suo equivalente dall'altra parte della barricata. La diffindenza verso gli umani, la necessità di evitare uno scontro con essi e il malumore serpeggiante tra alcuni dei suoi fedelissimi -incarnato soprattutto dall'iroso e sfregiato Koba- ne fanno una figura tormentata e dal notevole spessore drammatico. Rispetto al primo capitolo di questo riuscitissimo reboot le scimmie sono ormai evolute, si esprimono attraverso un linguaggio che ai segni unisce qualche parola, vivono in una società strutturata in maniera solida, desiderano la pace, anche se le mele marce si nascondono ovunque e le cose finiranno col precipitare.
Ancora una volta sono stupefacenti i movimenti e le espressioni, creazioni digitali e motion capture -di cui Andy Serkis nei panni di Cesare è vero specialista- forniscono grande naturalezza all'agire dei primati.
Matt Reeves conferma di non essere un bluff superando agevolmente anche la prova blockbuster, dopo l'avvincente ibrido tra found footage e monster movie di "Cloverfield" ed il notevole remake di "Lasciami Entrare", il regista dimostra di sapere unire l'intrattenimento puro ad un storia che pur molto semplice nei passaggi focali è in grado di affrontare temi importanti come il pregiudizio e l'incapacità di accettare il diverso. Interessante registrare la disillusione riguardo la certezza di essere sempre migliori degli altri, per poi accorgersi di essere uguali a loro, se non peggiori.