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GODZILLA (2014) regia di Gareth Edwards

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Dom Cobb     7½ / 10  06/08/2016 20:13:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il giovane militare Ford viene richiamato in Giappone dal padre, ossessionato nella ricerca della causa di un cataclisma risalente a quindici anni prima, durante il quale la moglie è morta. Nonostante lo scetticismo nei confronti delle teorie complottiste del genitore, Ford accetta di seguirlo, e i due vengono ben presto coinvolti in qualcosa di molto più grosso di un semplice caso di insabbiamento...
Reboot totalmente americano di un'icona del monster movie nipponico (o dovrei dire l'icona, dato che, a quanto ne so, non ce ne sono altre), e secondo tentativo in tal senso dopo il fallimentare flop di Roland Emmerich, con alle spalle circa un decennio di lavorazione, fra riscritture e ripensamenti vari, un budget astronomico e caduto sulle spalle di un regista in pratica al suo primo, vero progetto cinematografico, visto che il suo precedente sforzo era alla stregua di un prodotto home-made. Di solito non si trattano di elementi che mi incuriosiscono in maniera particolare, soprattutto considerando il mio disprezzo per il genere in sé, ma come resistere di fronte alla geniale campagna marketing e ai trailer messi in rete? Quelli, se non altro, davano la sensazione di un film che fosse capace di intrattenere anche un detrattore come me.
Il prodotto finale è, senza mezzi termini, riuscito. Una volta uscito dalla sala, ero sorpreso di quanto mi fosse piaciuto, e penso di trovarmi in una ristretta minoranza, dato che i motivi per cui ancora oggi mi piace sono, bene o male, gli stessi che spingono molti altri a odiarlo, o a trovarlo un'occasione mancata.
Il punto forte di questo Godzilla è la regia: sebbene si tratti della sua prima esperienza in un film ad alto budget, Gareth Edwards sa bene come spendere i soldi che ha a disposizione e su quali elementi concentrare gli sforzi maggiori, e sotto la sua guida, balza subito all'occhio la cura estrema del comparto tecnico, fra cui si distinguono una fotografia mozzafiato ed effetti speciali strepitosi. Un discorso a parte lo meritano anche gli effetti sonori, a mio parere da Oscar.
Di certo, il più grande merito di Edwards e del suo approccio riguarda il fatto che lui sembra l'unico ad aver capito la lezione di Spielberg: quando si parla di un mostro, non bisogna mai concentrarsi su di esso, altrimenti non solo si perde l'effetto sorpresa nel vederlo costantemente sullo schermo, ma manca anche qualsiasi coinvolgimento emotivo nei confronti dei personaggi. Il film si chiama Godzilla, ma in realtà ci si concentra sull'ambiente e sulle persone con cui egli e i mostri contro cui combatte entrano di continuo in contatto.
Ecco perché certi problemi lamentati da altri non solo non mi pesano, ma li ritengo gli aspetti migliori del film.


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Un altro punto a favore, di nuovo per quanto riguarda l'aspetto registico, è l'approccio con cui si affronta la natura stessa del mostro del titolo: da quel poco che so, l'originale è un prodotto delle paure atomiche degli anni '50, e qui si sceglie, oltre che di omaggiare quest'impostazione, di andare anche oltre, dando a questo fantomatico "Gojira" un'aura quasi divina,


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oltre che, a tratti, un certo grado di personalità attraverso specifici comportamenti.


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Ma andando oltre i meriti concettuali, anche a livello puramente narrativo il film è abbastanza valido, soprattutto per l'eccelso utilizzo che viene fatto della suspense e della tensione che anticipano e accompagnano i momenti più concitati, grazie soprattutto agli sforzi del montaggio e di una signora colonna sonora.


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A soffrire un po', paradossalmente, sono però proprio i personaggi umani: l'idea di rendere loro i veri protagonisti della vicenda è ottima, ma in più di un punto si fanno sentire gli effetti di una sceneggiatura un po' troppo basilare, soprattutto a livello di dialoghi (la credibilità della trama non è una priorità in prodotti del genere, quindi non ha senso lamentarsi di buchi logici). Inoltre, è strano che l'unico ad apparire un po' legnoso, e quindi meno interessante, sia proprio il giovane eroe della situazione, spesso statico sia nelle espressioni che nel linguaggio del corpo. Per fortuna, il resto del cast se la cava meglio, in specie Bryan Cranston e Ken Watanabe, quest'ultimo capace di dare dignità e peso a un ruolo praticamente inutile ai fini della trama.


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In conclusione, Godzilla di certo non reinventa un genere, non si muove su nuovi terreni a livello narrativo o visivo e non fa niente di particolarmente straordinario; si limita a seguire una formula. Ma concentrandosi sugli elementi giusti di questa formula e valorizzando, seppur in modo minimale, dei concetti interessanti che non ci si aspetterebbe da un film del genere, è in grado di intrattenere anche chi, come me, non è interessato al genere in sé. Non è profondo o complesso come, a volte, sembra volerci far credere, ma il suo lavoro lo svolge alla perfezione.