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THE AMAZING SPIDER-MAN 2 - IL POTERE DI ELECTRO regia di Marc Webb

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Dom Cobb     9 / 10  29/04/2014 00:44:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vita per Peter Parker non è tutta rose e fiori: mentre fa del suo meglio per combattere il crimine nei panni del suo alter-ego Spiderman, allo stesso tempo cerca di mantenere una relazione stabile con la ragazza della sua vita, Gwen Stacy, nonostante la sua promessa al padre di lei di non coinvolgerla. A complicare la situazione c'è il complessato Max Dillon, dipendente della Oscorp divenuto in seguito a un incidente il fulminante Electro, e il ritorno in città di Harry Osborne, figlio del defunto proprietario della Oscorp e dunque capo della corporation, alla disperata ricerca di un modo per sfuggire alla terribile malattia che ha ereditato dal genitore...
Già avevo adorato il primo episodio firmato Marc Webb (per il quale non ho scritto una recensione adeguata ad esprimere il mio punto di vista, purtroppo), al punto da divenire il mio cinecomic preferito di sempre; a sfidare la sua posizione è nientemeno che il suo seguito, vera rivelazione nel suo genere che ha superato le mie pur alte aspettative.
Tutto in questo film funziona a meraviglia, e il merito, oltre alla perfetta regia di Webb, è della sceneggiatura: nonostante le numerose forzature e semplificazioni "all'americana" che ormai sono diventate faccende di ordinaria amministrazione nel cinema mainstream hollywoodiano, essa riesce laddove Raimi aveva clamorosamente fallito, a cominciare dal rapporto fra Peter e Gwen, vero fulcro del film. Grazie all'alchimia fra i due attori protagonisti e a un regista che di amore fra giovani se ne intende, la storia fra loro riesce a coinvolgere senza scadere nello smielato o nel ridicolo, come invece era avvenuto per l'accoppiata Maguire-Dunst; un altro elemento di forza della sceneggiatura è che la storia e la trama partorite dalla mente degli scrittori (i soliti, affidabili Kurtzman e Orci) non solo collegano i personaggi coinvolti in modo molto naturale e fluido, senza dare la sensazione di sovrappopolamento già sperimentata due film fa, ma addirittura sono in grado di concedere a ciascuno di essi il giusto spazio.
In effetti, è proprio questo l'ingrediente segreto del successo di questo film: un maniacale equilibrio dell'azione, degli effetti speciali e del lato umano delle singole vicende. Ai protagonisti, affiatati più che mai, viene affidato il ruolo di pilastro di questo monumentale blockbuster, mentre alla caratterizzazione delle new entries ci pensano poche, ma azzeccatissime scene ed interpreti di tutto rispetto: Max Dillon è un bravissimo Jamie Foxx, abile nel rendere il suo personaggio simpatico nonostante la sua natura da villain, mentre Dane DeHaan ci offre un Harry Osborne inquietante, disperato, quasi cadaverico, ma sempre e comunque umano, anche nei momenti di maggiore follia.


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Poi, naturalmente, quando l'azione deve prendere il sopravvento, lo fa in grande: sulle note "elettriche" di un Hans Zimmer inedito ed alquanto insolito, scorrono sullo schermo sequenze che sono un autentico tripudio di effetti speciali da urlo e momenti carichi di pathos,


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con qualche gradevole scivolata negli stereotipi linguistici che ricordano un certo cinema vecchia scuola.


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Certo, di tanto in tanto la sensazione che questo film sia "di transizione" per un traguardo più grande si sente, alcune frasi del trailer sono state tagliate, ma non importa, perché ogni cosa è fatta così bene che quasi non te ne accorgi neanche; e così, mentre Peter Parker torna in azione in un finale con i controfiocchi, anche noi non possiamo che dondolarci insieme a lui per le strade di New York, verso un capitolo terzo che si preannuncia ancora più gustoso.


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