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DIVERGENT regia di Neil Burger

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sev7en     4 / 10  28/03/2015 19:23:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In un futuro post-apocalittico la societa' e' organizzata in varie classi, caste fortemente tipitizzate che al compimento della maggiore eta' determinano il futuro di ciascun individio ad eccezione di uno sparuto gruppo, i "divergenti", in grado di frantumare questa utopistica settorializzazione.


Futuro distopico, scenari post-apocalittici, genere umano in balia di un pugno di ferro in grado di "raddrizzare" il caos imperante e… gli eroi, le eroine di turno che si contrappongono ad un ordine imposto con la piu' assordante delle rivolte: siamo nuovamente in tema di lungometraggi partoriti sulla scia di trilogie cartacee, nuovamente sul quel genere oramai ascrivibile al filone "Hunger Games".
In economia si parlerebbe di "vacche grasse", periodo fertile da spremere il piu' possibile e cavalcare con opere che diano al pubblico cio' che il box office a gran voce reclama per cui anche Neil Burger dopo i giochi illusionistici di The Illusionist e il meno fortunato Limitless, sceglie di portare sul grande schermo il best seller di Veronica Roth, con due sceneggiatori di peso Evan Daugherty, Vanessa Taylor ed un cast di notevole caratura.
Il film e' meno stereotipato del primo Hunger Games poiche' l'originalita' della trama vuole in realta' porre l'accento su come le diversita', le divergenze, abbiano una loro ragione d'essere: si puo' essere diversi ma non per questo essere considerati dei reietti o soggetti da braccare come serial killer. Il film cerca proprio di far emergere questo messaggio grazie alla protagonista, Beatrice Prior (la Shailene Woodley di "Colpa delle Stelle"), una divergente in rotta con il sistema e poco "empatica" a Kate Winslet (Jeanine Matthews), ma compresa e amata dal belloccio di turno Theo "Quattro" James, con cui cerchera' di restare in vita per gli episodi che seguiranno.
Il film avrebbe davvero potuto lasciare un segno ma il risultato e' solo parziale poiche' se la prima parte riesce a far immergere lo spettatore con una descrizione profonda e circostanziata in linea con le pagine del libro, la seconda parte subisce una brutale accelerazione comprimendo, letteralmente, capitoli su capitoli ed asfaldano come un rullocompressore tutte quelle tematiche abbozzate nei primi 40 minuti.
Si finisce quindi per assistere ad un film che ammicca piu' ai giovani che non ad un pubblico adulto perche', probabilmente, la necessita' di chiudere in 1 ora e 30 minuti e la volonta' di far staccare i biglietti per i capitoli successivi hanno avuto la meglio sulle voragini narrative create.
La storia d'amore, passi che non debba essere ad alto tasso glicemico, ma e' nata e vissuta in una manciata di clip come nei casi in cui si perdono spezzoni di film entrando/uscendo dalla sala (la sensazione e' esattamente questa) o i dialoghi stessi che mancano sempre di una motivazione esaustiva, planando su motivazioni affrescate solo per passare oltre.
Il problema e' proprio la serialita' perche' sapendo a propri che alcune tematiche possono essere riprese e sviscerate nei seguiti, si e' portati ad accennarle, forse auspicando che cio' sia da calamita per scoprire cosa possa accadere, quali segreti siano in realta' celati o il perche' di un percome… ed il pubblico, come un gregge fuori dal recinto, a comando tornare in sala.