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47 RONIN regia di Carl Rinsch

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  30/07/2014 13:40:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ispirato ad una storia vera risalente al Giappone feudale, in cui 47 ronin (ovvero samurai rinnegati) riscattarono l'onore del loro padrone e del casato cui appartenevano con un'azione dettata da enorme spirito di sacrificio, il film di Rinsch non è altro che una mistificazione favolistica di un'impresa notissima nel paese del Sol levante, tutt'ora ricordata con una peregrinazione annuale alla tomba dei valorosi guerrieri.
In questo caso abbiamo elementi fantasy gettati sullo schermo a profusione: da gigantesche creature tutt'altro che mansuete a streghe mutaforma, da bellicose ed ascetiche popolazioni a ragni capaci di sconvolgere la mente, il tutto inserito in un contesto chiaramente derivato dagli anime, non solo per i riferimenti visivi (molte le attinenze con Miyazaki) ma anche con pellicole più di nicchia come "Ninja Scroll" o la serie "Inuyasha".
Ovviamente i dettami costituenti la tradizione nipponica, sia culturale che morale, vengono semplificati e resi più digeribili al pubblico occidentale. Ne esce una storia lineare, quasi una fiaba Disney se non fosse per qualche scena un attimo (ma neanche tanto) cruenta, col cattivone abile ad impossessarsi con l'inganno del regno altrui disperdendo poi i seguaci del vecchio sovrano. I quali però reagiscono, e mossi da spirito di vendetta e dall'amore di uno di questi per la bella principessa - guarda caso prigioniera nell'oscuro castello del malvagio- proveranno a riconquistare il maltolto.
La storiella funziona, è tutto sommato piacevole nonostante il romanticume melenso e la retorica a buon mercato con cui si glorificano lealtà e spirito guerriero attraverso passaggi francamente banali.
Keanu Reeves è il ponte col mondo occidentale, la sua natura di mezzosangue determina la scontata emarginazione in breve trasformata in altrettanto banale rispetto. L'attore americano conferma qualità recitative non eccelse, venendo surclassato dal gruppo asiatico tra cui Tadanobu Asano e Hiroyuki Sanada.
La computer grafica non sempre soddisfa in pieno a differenza di costumi, locations e scenografie.
Storiella innocua in cui solo nel finale si percepisce veemente lo spessore di quell'onore tanto sbandierato.