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SOTTO UNA BUONA STELLA regia di Carlo Verdone

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5 / 10  16/02/2014 01:11:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il buon Carlo vorrebbe fare tanto Pirandello e invece si avvicina pericolosamente a Pieraccioni, soprattutto nel pessimo epilogo finale (roba che al confronto i pur compianti Vianello e la Mondaini sembrano Aroldo Tieri con la Lojodice). Non è vero che parlare di cose serie significa deprimere il pubblico, lo spettatore conosce bene la commedia all'Italiana, quella di una volta, che affondava il dito nella piaga (ehm) suscitando comunque spassose risate. Lo spunto iniziale (la precarietà) poteva essere interessante, anche se ci hanno già pensato in molti, da Soldini all'ultimo Virzì e nondimeno Amelio col suo Santino del povero diavolo che sbarca il lunario. Solo che Verdone a un certo punto insabbia l'impegno in una stucchevole farsa sentimentale, rendendo qui irritante anche una Lea Falco che avevamo tanto apprezzato nel delizioso "Io e te" di Bertolucci.
Straboccante di baci e languide promesse, "Sotto una buona stella" è uno degli script più deboli della carriera di Verdone, un film falso che, soprattutto nella dimensione domestica (il domicilio coatto condominiale) fa pensare al palcoscenico se non alla tv. A me ha ricordato vagamente uno show televisivo che vedevo da bambino con Massimo Ranieri e Loretta Goggi, ed è tutto dire.
Speriamo che faccia proseliti e che convinca Verdone che tanto vale la prossima volta affidarsi a un teatro di prosa, dove i paraventi di cartapesta delle due dimore possono dimostrare senza problemi la loro artificiosità. Ma in questa Legolandia così poco ispirata lo spettatore pensa a farsi quattro risate, e non mancano momenti convincenti, come i party dei poeti (volutamente fuori-tempo massimo) e altre volte si scende davvero molto molto in basso, come l'equivoco delle carrozzelle con i bambini. Le pretese iniziali riescono a risollevare parzialmente i toni di una commedia a tratti simpatica altrove pietosa, e che purtroppo non lascia alcuna traccia, salvo la simpatia scombinata del protagonista