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MONUMENTS MEN regia di George Clooney

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JOKER1926     6½ / 10  19/02/2014 03:01:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fra i volti più belli ed osannati, per diverse ragioni, nel quartier generale delle produzioni cinematografiche, c'è il volto di George Clooney. Da qualche tempo anche regia.

Nei sincronismi, nei codici di una specifica realtà irreale, ossia quella del Cinema americano (ma non solo), la prassi che porta un attore a diventare regista, e a destreggiarsi in lavori impostati su abbondanti budget, è simile, molto simile, ai calciatori che dopo aver smesso di calciare sono all'istante, o quasi, allenatori pronti a sfide epocali…

Queste parole, queste premesse ci servono per sondare il terreno e per poter abbracciare sotto critica il nuovo film di Clooney, ciò che ci domandiamo, in verità, è se il regista Clooney sia davvero un regista originale. Bisogna capire se ha una marcia in più rispetto alla convenzionalità, se è uguale agli altri ci annoiamo alla fine.
"Monuments men" è la nuova fatica, il film è costruito intorno ad attori di primo livello, ovviamente segnaliamo proprio Clooney e Matt Damon. Poi, non dimentichiamo, la storia che tratta "Monuments men" è abbastanza intrigante, si tratta di una storia "intestinale" nella grande storia, quella della seconda guerra mondiale. In pratica la tematica è allettante, ma per vari motivi, non può essere totalmente drammatica poiché viaggia solo parallelamente alle morti fisiche della guerra; inoltre l'operazione del recupero delle arti nasce quasi alla morte dello stesso conflitto mondiale. Ne approfitta dunque Clooney che riesce a portare in scena un film discretamente multiforme capace di alternare momenti drastici con altri meno esasperati. Sono tracciate volontariamente o involontariamente le prime prerogative di un buon film commerciale. Clooney non sembra dispiacersi.

"Monuments men" quindi si dichiara da solo film di intrattenimento impegnato in vicende storiche, fatti realmente accaduti. Ci mette tanto, forse tantissimo a decollare, il film nella prima parte conosce da vicino noia e ritmi lenti. Nella seconda parte, ovvero dopo l'intervallo, la pellicola statunitense inizia a tener botta e diventa più frenetica e concreta. L'azione sale e le situazioni apparse un po' nebbiose nella prima frazione iniziano ad avere una dimensione, uno spessore.
Il film a conti fatti non risulta essere malvagio, vive e pecca, in un immaginario circuito chiuso, della sua stessa poliedricità, indice alle volte anche di fumosità, però alla fine, dallo spettatore stupido al critico più ferreo e severo, gli apprezzamenti si alternano, ma pur sempre in cerchie tiepide ed accette.