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SMETTO QUANDO VOGLIO regia di Sydney Sibilia

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  24/09/2014 10:44:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ai tempi della crisi nera qualcosa bisogna pur inventarsi per sbarcare il lunario, soprattutto se hai una fidanzata rompipalle e le spese sembrano non finire mai.
Da geniale ricercatore a disoccupato, funziona così ormai nel bel paese; tagli d'ogni sorta e magheggi politici favoriscono i soliti noti mentre chi ha la possibilità ed il coraggio emigra all'estero, tutti gli altri si adeguano. Ed ecco spuntare lavapiatti o benzinai con lauree e master, aspiranti operai ritenuti non all'altezza al lavoro manuale in quanto troppo qualificati.
E poi c'è Pietro, che grazie al suo sapere trova il modo per svoltare. Una nuova droga, assolutamente legale in quanto ignota agli elenchi ministeriali delle sostanze stupefacenti, da vendersi ovunque l'occasione lo permetta. Ovviamente il tutto supportato da un gruppo di amici precari e losers con doti ed erudizione fuori dal comune. Tutt'altro che banda della Magliana, a loro modo però adatti al ruolo rivestito nell'organigramma dell'allegra combriccola. I soldi cominciano a piovere a palate ma con essi anche svariati problemi.
Bravo l'esordiente Sydney Sibilia a dispetto di una sceneggiatura non sempre proprio eccelsa (il finale appare forzato e qualche situazione dà sensazione di posticcio), il regista campano si segnala per saper ravvivare, tramite uno stile moderno e piacevole, un filone da tempo agonizzante tra discutibili maschere zelighiane e volgarità assortite. Ci si diverte e si pensa ai bei tempi della commedia tradizionale italiana (vengono in mente "I soliti ignoti"), in cui con piglio leggero si intavolavano temi scottanti offrendo numerosi spunti di riflessione. Sibilia offre allo spettatore un intrattenimento intelligente, forgiato su caratteri magari risaputi ma a loro modo intriganti e mai banali. Come banali non sono la messa in scena con i suoi colori estremi, la regia dai movimenti spesso particolari e la soundtrack orecchiabile eppure non convenzionale.Buona la scelta degli attori: volti non troppo conosciuti (almeno per chi come il sottoscritto non bazzica le fiction tv) ma sempre in parte e mirabilmente funzionali.
Torna la tanto sbandierata arte italica dell'arrangiarsi in un film riuscito senza dubbio, capace di sdrammatizzare e giocare sui malesseri attuali filtrati attraverso una lente grottesca perfettamente calibrata.