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SAVING MR. BANKS regia di John Lee Hancock

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki     7 / 10  08/03/2014 22:12:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con Hancock si parte prevenuti, regista che non ha mai saputo tenere a freno i difetti che corteggiano comunemente il commissionato dalla Disney, con Alamo tono celebrativo e patriottico, nel biopic di Jim Morris si lascia andare ad un profilo agiografico del giocatore di baseball, e infine in The Blind Side eccesso di retorica e di un sentimentalismo stucchevole, e Saving Mr. Banks non fa eccezione (tra l'altro fa parte di questa schiera di film che ultimamente ha preso voga ad Hollywood di fotografare il dietro le quinte della produzione di una pellicola, 'Hitchcock' dell'anno scorso sul set di 'Psycho' o ancora prima 'Marilyn' i retroscena del set de 'Il principe e la ballerina' ), solo che il contesto magico e fiabesco della Disney dei '60, anni riprodotti con la stessa patinatura di 'Pan Am', ben aderisce a questo mix che normalmente sarebbero un capo d'imputazione per stroncarlo, additivo per bilanciarlo è il personaggio ultracinico della Travers. La Thompson funziona benissimo per riportare realtà ad un'azienda che vive di voli pindarici e di polvere di fata, ottimo far ricadere la scelta su di lei anche per rimarcare l'accento inglese. L'intreccio tra presente e passato della scrittrice (infatti il focus è posto su di lei non su Walt ed è meglio così, marginale onde evitare di 'agiografarlo') ha lo scopo di toccare certe corde, costruirgli un background e comprenderne l'apatia del suo carattere derivato dal complesso edipico che la legava a Mr. Banks. Procede sinuoso, armonico come la Disney ci ha insegnato nei suoi classici, personaggi positivi dai compositori all'ultima segretaria, ordinati, ingellatinati, garbati, poi svirgola alla fine con il Walt di Hanks in versione seduta psichiatrica, mescola un po di retorica ma va bene anche così.