Terry Malloy 7½ / 10 18/02/2017 17:11:09 » Rispondi Come aggiornare un grande classico di quel non-genere che è il noir. Kasdan costruisce una trama di relazioni disarticolate, ma comunque in grado di restituirci il dolore di una vita reale che si distrugge. Il maschio è circondato e sfumato da figure maschili meno virili e più disilluse, la femmine è racchiusa nella sua topica solitudine egomaniaca ("I'm weak"). Notevoli le soluzioni di regia: la distruzione della prigione di vetro come sintomo di un desiderio sessuale lacerante, l'incendio iniziale visto da lontano, la freschezza dei dialoghi che prelude al cinema contemporaneo (su tutti quello, divertentissimo e irriverente, sulla bambina che vede la fellatio, che sfrutta il grande talento comico di Ted Danson), l'inquadratura sulle celle che sembrano gabbie, il sogno che non vediamo (come invece puntualmente succedeva nel noir anni '40), il sesso che vediamo (ben più esplicito della media dei film, anche di oggi), soprattutto un generale senso di rilassatezza un po' meccanica che rende al meglio l'atmosfera caldissima del film e lo spirito gioviale e funereo allo stesso tempo degli anni '80 (ed è per questo che la ripresa del noir funziona).