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I SOPRANO - STAGIONE 1 regia di Timothy Van Patten, John Patterson, Allen Coulter, Alan Taylor, Henry Bronchtein, Jack Bender, Steve Buscemi, Daniel Attias, Lee Tamahori, Mike Figgis, Peter Bogdanovich, altri

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Italo Disco     10 / 10  22/07/2014 21:04:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Folgorante inizio di una serie televisiva pressoché impeccabile, una ricerca antropologica tout-court su un boss della mafia e di chi gli sta accanto, un analisi che nell'arco di 6 stagioni condensa vita familiare, lavoro, morte, sentimenti, paure, sogni e rapporti con altre persone e altre culture cavalcando i grandi temi sociali che circondano l'umanità: religione, razzismo, psicoanalisi, sessismo, violenza, onore e altro ancora. Già in questa prima stagione gli intrecci criminali si alternano con momenti comici e drammatici, i personaggi hanno diverse sfumature e sono tratteggiati benissimo e caratterizzati da un forte senso dell'umorismo, anche quelli più antipatici, i risvolti melodrammatici non toccano le vette kitsch delle soap-opera e i fatti di sangue sono realizzati in modo crudele ma veritiero, senza calcare troppo la mano. La cosa che mi è piaciuta più di tutti e l'estremo realismo con cui sono girati gli episodi, sia grazie ad una regia impostata in modo classico e più vicina al cinema che alla televisione sia all'uso della musica diegetica. James Gandolfini, nella parte del boss depresso appassionato della seconda guerra mondiale ha trovato il ruolo della sua vita, praticamente è imprescindibile da Tony Soprano e viceversa ma anche il resto del cast è più che all'altezza soprattutto nel ruolo dei cattivi, tra cui spiccano David Proval e Joe Pantoliano (che in questa prima stagione non ci sono). Tanti i riferimenti e le citazioni a pellicole di gangster, la trilogia del PADRINO, QUEI BRAVI RAGAZZI, TERAPIA E PALLOTTOLE e i film polizieschi anni 30 sono quelli che risaltano subito all'occhio, ma c'è ne saranno sicuramente altri che non conosco. Molte le comparsate famose, c'è anche Martin Scorsese nel ruolo di se stesso. Una genialata di capolavoro dove tutto funziona a meraviglia, complimenti a chi lo ha realizzato e a chi ci ha creduto.