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THE SHIELD - STAGIONE 4 regia di Guy Ferland, Scott Brazil, Clark Johnson, Dean White, Stephen Kay, D.J. Caruso, Michael Chiklis, Stephen Gyllenhaal, Brad Anderson, David Mamet, Frank Darabont, altri

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hghgg     8½ / 10  04/01/2015 18:37:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sicuramente è una stagione di transizione, che inizia e finisce in maniera completamente autonoma rispetto alle altre stagioni, non fosse per l'indagine degli affari interni che sfocerà nella quinta stagione coinvolgendo, almeno inizialmente, Lem (paradossale al massimo, proprio lui, il più pulito e sensato dei quattro).

Però quello che c'è da tenere in considerazione è che a volte le stagioni "di transizione" o cosiddette "minori" possono riservare splendide sorprese; questa quarta stagione a mio avviso è splendida e non ha nulla da invidiare alle precedenti, risultando inferiore, di pochissimo, soltanto alla terza stagione.

Ritmo molto più lento ma questo decisamente non è un problema perché l'adrenalina a mille e la rapidità forsennata di regia e montaggio è sostituita con una raggiunta maturità nelle sceneggiature e nella gestione delle tempistiche, delle vicende e dello sviluppo narrativo, ancora più realista e ora anche capace di prendersi i suoi tempi e dare più respiro agi episodi, alle scene chiave e ai personaggi. Lo staff degli sceneggiatori ha sempre fatto un lavoro egregio ma qui si vede la maturità che hanno raggiunto.

Nel mio gradimento è contato molto anche l'inserimento del mondo Cinema in quello televisivo, ossia l'arrivo di Glenn Close nei panni del nuovo capitano del distretto di Farmington. Un'attrice di cinema e non una qualunque ma pure una brava davvero che entra a far parte di una serie tv valorizzandola tantissimo; come si vede la differenza tra lei e gli altri, che pure sia chiaro il loro lavoro lo fanno bene, ma Glenn Close è due spanne sopra a tutti, è cinema, è un altro livello (o almeno lo era nel 2005). Lei è stata la prima, successivamente The Shield arruolerà ancora, per fortuna, attori attivi soprattutto nel cinema, cosa poi divenuta sempre più comune nelle serie tv (lo Steve Buscemi immenso di "Boardwalk Empire" la dice lunga, ma è solo uno degli esempi possibili). "The Shield" in questo è stato tra i più convincenti precursori (come l'infinito "Six Feet Under" che addirittura attingeva anche dal teatro).

Splendido il personaggio interpretato dalla Close, in una serie in cui l'approfondimento morale e psicologico dei personaggi è ben curato lei è uno dei caratteri più riusciti e carismatici e la sua collaborazione con Mackey catalizza una buona fetta dell'attenzione dello spettatore, visto che è lei che riesce (quasi) a rimetterlo sulla retta via o perlomeno riesce a tenerlo "buono", guadagnandosi fiducia e collaborazione, fino a che intrecci e sconvolgimenti vari (con Shane di mezzo è ovvio) non porranno più o meno fine a questa situazione.

Per quanto riguarda la storia qui vengono presentate alcune delle situazioni più sporche, corrotte e interessanti viste fino ad ora nella serie nonostante Vic Mackey dopo la fine della squadra d'assalto e gli eventi della terza stagione si tenga fuori da corruzione e criminalità come mai prima d'ora. Prima affiancato dal solo fedele Ronnie, poi di nuovo da Lem e infine da uno Shane con il quale, per il momento, il rapporto di lealtà e amicizia viene alla fine ricostruito (anche tra Shane e Lem, sempre per il momento) quando i quattro si ritrovano ad affrontare un nemico comune come Antwon Mitchell, signore del crimine di Farmington, e inoltre l'omicidio di due colleghi (Carl e Scooby) contribuirà a rendere le cose ancora più cupe e difficili ma anche ad unire ulteriormente la ritrovata squadra e l resto del distretto.

Il tutto con a capo il personaggio del capitano Rowling e la sua politica delle confische, osteggiato fin dall'inizio dai piani superiori e da un Aceveda sempre più disgustosamente politicante interessato a "questioni superiori" complice anche il trauma subito nella passata stagione che lo porterà perfino, nel penultimo episodio, a fare accordi con Mitchell (la storia dell'abuso ad Aceveda comunque è stata tirata un po' troppo per le lunghe a mio avviso).

La narrazione, più matura, continua ad essere appassionante e sfaccettata e i personaggi sempre molto ben caratterizzati. C'è tanto schifo e tanta corruzione, devastante il finale della puntata in cui Mitchell incastra Shane e il collega ammazzando senza pietà la bambina informatrice.

Dutch e Clodette mi piacciono sempre di più, soprattutto il primo, che intreccia perfino una relazione con Corinne, ex-moglie di Vic, inimicandosi ancora di più quest'ultimo, fino ad un finale conciliante (ma sottilissimo, credo proprio che anche tra loro due non ci sarà mai grande intesa).

Nulla da dire, puntate ottime e serie davvero molto bella, un gran poliziesco. Sotto con la quinta stagione, che tutti dicono essere la migliore.