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12 ANNI SCHIAVO regia di Steve McQueen

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hghgg     8 / 10  24/10/2014 19:49:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"12 anni schiavo" è il film con cui McQueen ha strizzato l'occhio all'Academy secondo alcuni; il film, sempre secondo alcuni, con cui ha cominciato a concedere qualcosa al mercato... Io sono tra quelli che sostengono ciò, eppure per me questa cosa non fa che confermare la grandezza di un regista come Steve McQueen.

Perché basta guardarlo questo film per capire come non abbia sbavature e come sia un prodotto ottimo in tutti i suoi aspetti: gran regia di McQueen e questo è quasi scontato, ottima sceneggiatura di Ridley e questo è un punto fondamentale perché il punto di forza principale del film sta nella solidità della sceneggiatura, ottime interpretazioni degli attori, fotografia notevole, ambientazioni ben ritratte, caratterizzazioni dei personaggi curate quanto basta, montaggio e costumi soddisfacenti, musiche ottime (praticamente son quasi sempre gli schiavi del film che cantano, spargendo i semi del Gospel e soprattutto del Blues, del Blues e del Blues...). Insomma non ha nulla che non vada, perfino il ritmo è perfetto, lento e sofferto ma con una regia tanto buona e una così perfetta gestione della narrazione che le due ore passano senza problema alcuno.

Be, se McQueen strizzando l'occhio all'Ac(acc)ademy se ne è comunque uscito con un film tanto buono per quanto mi riguarda può strizzare l'occhio tutte le volte che vuole; certo "Hunger" (soprattutto, ed era anch'esso un lavoro biografico oltretutto) e "Shame" erano superiori e non scendevano a compromessi alcuni, ma ripeto se i risultati dei compromessi di McQueen saranno sempre come "12 anni schiavo" allora ben vengano in futuro.

Allora qual'è il problema di questo film secondo alcuni ? Be, ma è ovvio: la storia è banale, già sentita, ci sono tanti film che trattano il tema della schiavitù dei neri, questo non dice mica nulla di nuovo...
Ehm si, ok, va bene... E allora ? E quindi ? La storia della schiavitù nera non si racconta più perché l'hanno già fatto ? E se io voglio rifarlo meglio ? Oppure ridimensioniamo quel capolavoro de "Il Pianista" di Polanski perché la storia dell'Olocausto l'avevano già raccontata (meno bene) prima del 2002 ?

O forse bisogna decidersi a capire che QUESTA storia (vera, biografica e dannatamente schifosa) in QUESTO film è raccontata bene veramente, diretta bene veramente e scritta bene veramente, molto meglio che in altri film sul genere. E, forse, queste cose ancora contano un pochino in un film.

Storia e narrazione lineari e semplicissime ma splendidamente portate avanti da una sceneggiatura solida, cruda e priva di gravi sbavature o di momenti morti eccessivamente pesanti e alla fine c'è spazio anche per un sospiro di sollievo. Il tutto con la regia abile e sapiente di McQueen che regala diverse sequenze davvero strepitose (quella dell'impiccagione già citata qui da altri prima di me è davvero degna della storia del cinema), non risparmia nessuna crudezza e crudeltà allo spettatore e semina momenti di grande cinema un po' ovunque, regia splendida per tecnica, potenza visiva e espressività.

Mettiamoci pure le prove degli attori visto che tutti interpretano la loro parte molto bene. L'attore simbolo di McQueen è ovviamente la punta di diamante, quel Michael Fassbender che toccò i suoi apici in "Hunger" e in "Shame" e che anche qui offre un'interpretazione spaventosa (in ogni senso), tanto credibile da mettere i brividi. Convincente anche il protagonista, lo sconosciuto (adesso forse un po' meno) Chiwetel Ejiofor e bella anche la sofferta prova di Lupita Nyong'o; ma anche le parti minori sono ben interpretate, da un Paul Giamatti particolarmente infame ad una Sarah Paulson abbastanza credibile da farti venir voglia di investirla con un Bulldozer.

Steve McQueen è un grande regista c'è poco da fare, le scene da antologia che ci regala in questo film non si dimenticano e anche la direzione degli attori è ottima, oltre alla tecnica e alla "potente crudezza" delle sue sequenze che non si scoprono certo ora.

Film come "Hunger" difficilmente si ritirano fuori, ma se McQueen dovesse stabilizzarsi sul livello di un film così sarei ugualmente molto felice, consapevole comunque del fatto che in futuro questo adorabile panzone potrebbe nuovamente tirar fuori dal cilindro un vero e proprio capolavoro, come ai tempi di Bobby Sands.