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THE WOLF OF WALL STREET regia di Martin Scorsese

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julian     9½ / 10  19/04/2014 16:23:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cito da Gli Spietati.it:

"In The Pervert's Guide to Ideology, uno scombiccherato Žižek spiega perché M*A*S*H, secondo lui, non è il film antimilitarista che tutti vanno dicendo. Per il filosofo, il fatto che i protagonisti del film di Altman siano dei burloni, prendano in giro le autorità, facciano scherzi goliardici e prendano tutto poco sul serio non mina la loro efficienza di soldati. Anzi, sono degli ottimi soldati proprio per quella ragione. L'oscenità e il distacco ironico sono parti essenziali, per Žižek, del funzionamento della macchina militare. Questa tesi sarebbe dimostrata anche da Full Metal Jacket di Kubrick: i canti osceni dei Marines, il linguaggio scurrile, l'umiliazione volgare non sono parentesi ludiche dell'addestramento militare, ma sue parti essenziali. Tant'è vero che è proprio il soldato Joker - il più distaccato e contradditorio, quello che ha "Born to Kill" e il simbolo della pace dipinti assieme sull'elmetto – a dimostrarsi il killer più preciso. Insomma, l'osceno è un elemento essenziale di un obbediente e efficiente servizio all'establishment. The Wolf of Wall Street sembra prendere quest'idea alla lettera e prova a raccontare il capitalismo finanziario dedicandosi interamente al suo cuore osceno. Il suono del denaro è fatto di parolacce, di oscenità. non vediamo gli investitori, non vediamo contratti o titoli azionari, non vediamo gli stabilimenti o gli uffici delle società comprate e vendute dai dipendenti di Jordan Belfort. Non vediamo, a pensarci bene, né operai né dirigenti, né produttori né consumatori. Non vediamo i politici, non vediamo i contestatori. Non vediamo un bel nulla, solo ******* e cocaina."

Potrebbero essere infinite le ragioni per cui considero The wolf of Wall Street il film dell'anno o del decennio, uno di quelli che lascia un segno indelebile sulla tua vita e sul tuo modo di pensare, a cominciare forse dal fatto che la prima ora al cinema è stata tra le più spassose che io ricordi: la frequenza ossessiva di situazioni estreme aveva innalzato a tal punto il testosterone nell'aria che il pubblico andava in delirio per ogni cosa e forse non aspettava altro che trasferire i festini dal grande schermo alla sala.
Ma comunque, a parte l'aspetto superficiale, The wolf of Wall Street dimostra di possedere un'anima nera che meritatamente (e fortunatamente) l'ha portato a mancare ogni statuetta per la quale era stato nominato.
E certo, Martin Scorsese è un grande signore di Hollywood - la sua mano si vede ancora una volta nella tipica virata verso il poliziesco inquisitorio - ma qui il messaggio finale, nonostante l'intrusione della giustizia, è uno e chiaro: il mito sta sopra ogni altra cosa e per gli Academy sarebbe stato davvero troppo premiare col massimo riconoscimento un film che è stato tacciato di idolatrare il criminale.

L'iperbolica vita di eccessi sembra essere la via giusta per rappresentare il mondo dell'alta finanza o forse l'unica via che veramente coglie nel segno, perchè prima dell'efficienza nel lavoro c'è il controllo della propria immagine, la leadership, la consapevolezza in sè e nei propri mezzi, la lucidità quando occorre e la sconsideratezza nel restante tempo. E questa credo sia una regola che vale in generale.
Essere il mito dei festini ti permette di esserlo anche del tuo ambiente lavorativo, e viceversa, in un ciclo senza fine.
Diventa a questo punto fondamentale, come già evidenziato da molti, la comparsata dello smagrito e segnato McConaughey, che in breve riassume le esigenze primarie dei broker in pipp.e, droga e alcool, mentre si carica con un motivetto che è già diventato cult e conclude che la borsa è tutto un fugazi, una finzione, un complesso gioco di soldi virtuali in cui la vince il più carismatico, ossia chi riesce ad avere l'attenzione dell'altro.
Naturalmente, come tutte le storie dello stesso stampo, non si può non vedere il lato discendente della parabola, eppure alla fine Belfort è ancora lì a dispensare mestiere e a raccogliere l'ammirazione del pubblico: "vendimi questa penna".
Posto che non me ne frega assolutamente niente degli oscar, penso che escludere allo stesso tempo Di Caprio, ma soprattutto un monumentale Jonah Hill dalla vittoria sia stato il commento più lampante del loro valore.

Nella vita ci sono i Jordan Belfort e poi quelli che seguono un codice e inseguono un ideale, i più perchè non sono stati capaci di diventare dei Belfort.
C'è chi vive alterato e chi vive sobrio.
"Com' è essere sobri ?"
"Uno schifo Donnie".