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NEBRASKA regia di Alexander Payne

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  19/01/2014 23:27:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'ultimo miraggio di una vita non eccelsa, il bisogno di compensare con il denaro un'aridità affettiva di un nucleo familiare di verità celate e aride compensazioni alcoliche. Woody Grant è l'anti-eroe dei nostri tempi, il volto emaciato e smarrito di Bruce Dern è di quelli che non si dimenticano facilmente, anche se il personaggio darebbe ogni cosa per essere lasciato in pace. Quella faccia da perenne carogna che tanto ci inquietava decenni fa ora lascia il posto a una debole ma umana figura paterna, all'uomo che "crede a quello che gli dicono" e si perde in una menzognera promessa milionaria che reclama poche risorse, magari solo un trapasso finale migliore prima di morire. Lo stile minimalista di Payne non concede tregua anzi probabilmente ne offre in eccesso, è un cinema indipendente che sposta l'asse sul profilo sbandato delle convenzioni familiari mentre il mondo che lo circonda, desolante e meschino, parla di Chiesa eppure conosce tutte le fonti del peccato. Il tutto può anche apparire retorico a tratti, ma a mano a mano che questo loser ci accompagna, vediamo - in una sorta di affascinante manierismo - mostruose solitudini reclamare, come avvoltoi nel deserto, un credito repellente e codardo. Si muovono - in un b/n ora teatrale (Beckettiano perfino) ora documentaristico, volti scavati dal tempo che vivono un'eternità che non ha esaurito una vaghissima, lontana speranza. Ti ricorda Lost Highway di Lynch, ma con una sordida amarezza che invade tutto, anche certi dialoghi spassosi, e quella fissità temporale dove tutto sembra resistere, dalla sopravvivenza alla morte - cfr. fantasmi viventi o defunti risorti dalle ceneri.
E' il capolavoro di Alexander Payne, un film tanto semplice ma di una forza liberatoria e accecante da insidiarsi nel buio di un mondo sempre uguale, diverso solo nei preconcetti comunitari verso un vincitore baciato dall'ennesima, cieca, fortuna
bood  20/01/2014 12:31:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi hai convinto vado a vederlo in settimana
volevo sapere se è molto lento
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  20/01/2014 15:00:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molto lento, sì, ma ne vale la pena
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  31/01/2014 01:04:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho scritto Lost Highway ma in realtà intendevo proprio Una storia vera, ho sbagliato titolo Lynchiano, vabbè
The Jack  21/01/2014 09:08:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Lo stile minimalista di Payne non concede tregua anzi probabilmente ne offre in eccesso."

Intendi dire che il film è così costantemente minimal da dar fin troppo tempo per respirare, riflettere..?
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  21/01/2014 22:22:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il dialogo tra figlio e convivente, per esempio... siamo proprio alla massima espressione minimal e indipendente... ma nel contesto di un film così bello ci può stare