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AMERICAN HUSTLE - L'APPARENZA INGANNA regia di David O. Russell

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hghgg     7 / 10  09/02/2014 12:50:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con questo film ormai ho la certezza di due dati; primo dato: David O. Russell NON è un grande regista, quello che ha il genio, quello che innova, o quello che regala capolavori; secondo dato: David O.Russell è senza dubbio un bravo mestierante, un bravissimo mestierante, uno di quei registi che, nel suo piccolo, sai che ti regalerà molto probabilmente un bel film. Magari non riuscirà mai a spingersi oltre a dei prodotti di buon livello ma non eccelsi ma di sicuro non se ne esce con delle schifezze, almeno fino ad ora. Sono sempre bei film, prodotti buoni o più che discreti.
"American Hustle" ovviamente non si discosta da questa analisi anche se ritengo che per ora i due film più riusciti e completi di O.Russell siano stati "The Fighter" e "Il lato positivo" quest'ultimo nonostante un'ultima parte scadente rispetto al resto del film. E se per "Il lato positivo" ero arrivato ad un "7,5" allungandomi di mezzo voto per quest'ultimo lavoro del regista mi trovo a fare il contrario, sospeso tra il "bello" e il "più che discreto" alla fine ho deciso di spostare l'ago della bilancia verso quest'ultimo giudizio; perché credo che con "American Hustle" O. Russell abbia tentato di spingersi oltre i suoi standard di mestierante e l'abbia fatta fuori dal vaso. Oh certo, voleva creare ancora nulla più che un prodotto di ottimo intrattenimento ma l'aria imponente e ambiziosa del film si respira ad ogni inquadratura. Una Black-Comedy/Crime che potesse raggiungere in grandezza il modello base scorsesiano ("Goodfellas" in primis, poi "Casino") nello stile, utilizzando un tema caro al cinema Comedy-Crime fin dal 1973 anno de "La Stangata" di Hill. O. Russell però non è Hill e soprattutto non è Scorsese (non quello della prima metà degli anni '90 almeno, e ci mancherebbe) e si incarta su se stesso e l'obbiettivo gli scivola di mano.
Innanzitutto il film resta sempre sospeso tra commedia nera e drammatico senza mai prendere una strada precisa. E non intendo un'alternanza tra le due cose, come accadeva in modo sublime e rivoluzionario nel capolavoro di Scorsese del 1990, ma proprio le due cose fuse assieme in modo confuso, come un anziano che non si ricorda e non sa quale strada gli conviene prendere per tornare a casa dalla passeggiata. "Quei bravi ragazzi" era un gangster biografico-drammatico che risultava irresistibile per questioni di regia e montaggio e che in più ebbe l'intuizione di inserire numerose sequenze di pura commedia nerissima nel film, sequenze realmente divertenti, e il film restava "divertente" (ossia coinvolgente, in questo caso) anche finite quelle sequenze geniali (la maggior parte con Pesci protagonista, ma non tutte). L'intreccio e l'alternanza tra i due generi fu tremendamente riuscito e straordinario. "American Hustle" invece vorrebbe essere, nelle intenzioni, più incentrato sulla Black Comedy pura però non risulta alla fine così spassoso o divertente e da questo punto di vista quei momenti black-comedy di "Goodfellas" (che erano appunto solo dei momenti e non tutto il film) restano irraggiungibili, di un'altra galassia proprio per intuizioni comiche e per devastante Black Humor. E anche l'altro modello, quello tematico, "La Stangata" che come vorrebbe essere questo film era una commedia per intero, aveva un umorismo ben più fresco e riuscito. Ad "American Hustle" resta sempre quella patina drammatica che si confonde con la commedia e non fa uscire nessuna delle due, entrambi i generi rimangono chiusi in un limbo ed il film si trasforma in uno strano, irrisolto ibrido, che ben intrattiene ma che non si capisce mai, nemmeno alla fine, dove sia voluto andare a parare.
E a questo si collega il problema principale del film: lo stile. Lo stile tanto mutuato dallo Scorsese di "Goodfellas". Regia, montaggio, dialoghi, ritmo, uso dei flashback e della voce fuori campo, uso della colonna sonora, ambientazioni e fotografia, tutto è chiaramente ispirato al capolavoro scorsesiano così come al "fratello minore" "Casino", solo che più volte fallisce in pieno l'emulazione. Proprio la regia e il montaggio serratissimi davano a "Quei bravi ragazzi" quel ritmo fulmineo, inarrestabile, che fa volare due ore e venti e non ti fa mai tirare il fiato perché alla fine anche durante un momento più riflessivo sai che tra poco ricomincerai a correre. Questo film non ha nulla di ciò. Tutta la parte iniziale e intendo proprio la prima mezz'ora tenta di velocizzare il ritmo eppure risulta lenta e non troppo coinvolgente (senza citare "lo spararti già a metà film fin dalla prima scena" del suddetto film del '90 e poi lanciarti indietro al principio, ritmo-ritmo-ritmo-nessuna fermata) la regia di O.Russell si incastra e non riesce a dare al film il ritmo voluto, soprattutto in quella primissima parte e a volta tutte quelle voci fuori campo, quel lungo flashback, il montaggio danno la sensazione di "posticcio" e di poco riuscito non so mi hanno lasciato l'amaro in bocca così come la riproduzione delle ambientazioni anni '70 con una fotografia tra l'altro non eccelsa a mio avviso.
"American Hustle" ha palesemente dei modelli d'ispirazione che tenta a modo suo di emulare, ma O.Russell in questo fallisce, sotto ogni aspetto, non riesce a raggiungere quei livelli di ritmo e regia nemmeno per due minuti, solo il tono costantemente sopra le righe da la sensazione grottesca da Black Comedy parzialmente scorsesiana. Ciò che comunque riesce a fare è realizzare un più che discreto prodotto d'intrattenimento, di per se anche ben diretto (anche se la maggior qualità da regista di O.Russell sta forse nella direzione degli attori) fortunatamente sorretto da una sceneggiatura che si rischia più volte di ingarbugliarsi anch'essa ma che alla fine regge e risulta, almeno per me, di buon livello e facile da seguire nel suo svolgimento, contorto ma ragionato e sensato, e nei suoi colpi di scena e ribaltamenti di fronte, fino a quello finale. Certo non è una sceneggiatura di ferro, ci sono buchi e momenti poco chiari (ok, qualche nodo non sciolto e ingarbugliamento c'è) e pecca dei difetti di tutto il film ma nel complesso è una sceneggiatura riuscita e senza enormi schifezze al suo interno. I dialoghi sono tra le cose migliori del film, coinvolgenti e capaci di dare un ritmo, almeno loro, valido, secco e rapido al film, qualche volta poi risultano davvero divertenti anche se non si riesce mai a spingere davvero l'acceleratore su questo lato.
E poi gli attori. Perché come detto O.Russell è molto bravo a dirigere gli attori e in più si circonda qui di tutti i suoi volti più fedeli, per altro sicuri talenti e garanzie di ottime interpretazioni. "American Hustle" non è più che un buon prodotto d'intrattenimento, O.Russell voleva superarsi ma è rimasto inchiodato a terra, e film come questi sono film di attori, questo è un film di attori, quattro attori in gran forma che rendono la visione piacevole, valida, godibilissima. Sono loro che illuminano la scena con le loro performances, sono loro senza dubbio la cosa migliore del film.
I due protagonisti de "Il lato positivo" (Bradley Cooper e Jennifer Lawrence) e due dei protagonisti di "The Fighter" (Christian Bale e Amy Adams) O.Russell mette insieme i suoi prediletti e ne fa uscire ancora ottime cose. Un film di attori, e gli attori non deludono.
Bale non lo scopriamo adesso e non lo scopriamo grazie a O.Russell (nonostante quella in "The Fighter" sia stata una delle sue prove migliori), senza strafare o superarsi ci regala una buonissima interpretazione, impeccabile e coinvolgente (d'altronde poche ne ha sbagliate, credo che non mi abbia convinto solo vestito da pipistrello). Cooper dimostra ancora quanto sia migliorato negli ultimi anni, la sua è a mio avviso un'altra convincente interpretazione. Non è certo l'attore del secolo e nemmeno del decennio ma sta dimostrando di saperci fare davvero. Amy Adams è splendida, bellezza mozzafiato e probabilmente qui alla sua migliore e più convincente interpretazione, sofferta, ammaliante e sfaccettata. Ecco una dal quale O.Russell ha tirato fuori il meglio.
La Lawrence è il lato più grottesco e divertente del film, le gag e i momenti da commedia più pura sono in mano sua, appare poco ma sa catturare la scena come poche. Non è la sua migliore interpretazione, fin troppo sopra le righe forse, ma funziona ed è un'altra buona prova per lei che è la migliore attrice cinematografica americana della sua generazione (ok non è un gran complimento, c'è il deserto nella sua generazione in quanto a talenti). Ottima la scena nella parte finale tra lei e Bale in camera da letto, molto divertente.
E poi, oltre ai protagonisti, c'è una buona prova di Jeremy Renner nella parte del torbido sindaco Carmine Polito (protagonista nel finale di un bel momento da vera Black Comedy con Bale). E poi c'è il cameo del piccolo miracolo di O.Russell: Robert De Niro. Il più grande attore di tutti i tempi per il sottoscritto, persosi da tre lustri nei meandri di filmetti mediocri e commediucce da tre soldi, intendo a svendersi come macchietta per impegnarsi davvero solo dietro le quinte (il "Tribeca Film Festival" è roba sua). O.Russell con "Il lato positivo" era finalmente riuscito a rivitalizzarlo (parzialmente, ma è già tanta roba così) e adesso lo dosa e lo utilizza a meraviglia. Sapendo del cameo di De Niro come boss mafioso temevo già lo stereotipo, la macchietta. E invece è un gran cameo. De Niro è sotto le righe, quieto, parla senza mai andar sopra le righe e recita (e minaccia) con lo sguardo (certo non è quel virtuosistico capolavoro di espressività che si vedeva in una scena di "Goodfellas" ma ripeto bene così), uno sguardo finalmente vivo e di nuovo credibile.
Ah e De Niro ci regala anche un altro dei momenti migliori del film in quel teso dialogo (buona gestione della tensione, davvero) in cui lo vediamo parlare in arabo, altro bel momento black-comedy (avrà appositamente imparato un po' d'arabo come fece per il dialetto siciliano ne "Il Padrino parte II" ?). O.Russell ha fatto ricordare a De Niro come si recita e se Robert De Niro si ricorda come si recita... non ce n'è davvero per nessuno, tutt'ora.
Attori ottimi dunque, qualche sequenza divertente e riuscita, bei dialoghi e una buona anche se zoppicante sceneggiatura. Fosse solo per gli attori avrei dato un voto maggiore ma è un film che non manca di difetti e più che altro come detto fallisce nel riprende i modelli prefissati, non raggiunge il livello di ritmo e coinvolgimento che vorrebbe, almeno non con me. La regia di O.Russell è buona ma ciò che ho citato all'inizio resta davvero lontano, nemmeno sfiorato. Film non riuscitissimo per regia, stile e montaggio (che volevano essere ma non potevano essere...) come detto, ne per l'uso di trucchi quali flashback e voce fuori campo, o per le ambientazioni (meglio l'uso delle musiche comunque che almeno sono coerenti con l'aria patinata di tutto il film, tra Elton John e Bee Gees, poi certo spicca l'arte del Duca che apre e chiude il film ed è sempre un sentire meraviglioso).
"American Hustle" resta comunque un buon film, un più che discreto prodotto d'intrattenimento che con tali attori e con tale loro ottima gestione da parte del regista sarebbe potuto esser migliore se lo stesso regista fosse rimasto più ancorato a terra invece di perdersi in un progetto troppo ampio e ambizioso forse per le sue reali dote di bravo mestierante, che hanno reso il tutto non troppo coinvolgente nel complesso e un po' confuso.
Buon film comunque, senza dubbio e ottimi gli attori.
ferzbox  09/02/2014 20:40:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ammazza che sermone ;-)
Comunque un tuo "7" è un buon voto,ma considerando i tuoi criteri pensavo meglio....diciamo che facendo la sintesi della sintesi lo hai giudicato un film discreto ma niente di più...
hghgg  09/02/2014 21:02:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si esatto anche più che discreto ma mi fermo lì. E hai ragione le premesse mi portavano a pensare molto meglio di questo lavoro invece la visione mi ha, parzialmente, deluso.
Scusa il sermone quasi scrivevo in flusso di coscienza :)