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AMERICAN HUSTLE - L'APPARENZA INGANNA regia di David O. Russell

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Spotify     7 / 10  18/07/2019 00:15:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Thriller a tinte grottesche con un cast stellare diretto da David O. Russell. Avendo ottenuto 10 candidature ai premi oscar, mi aspettavo un grandissimo film, ma, non è stato così. American Hustle è un buon prodotto, intrattiene bene malgrado la corposa durata, però alla fine, non è nulla di eccezionale.
Ho faticato sinceramente a comprendere molte delle candidature. Alcune ci stanno, ma altre, come "miglior film" e "miglior regista" non stanno ne in cielo ne in terra.
La trama è ambientata durante la fine degli anni 70 ed ha per protagonisti Irving Rosenfeld e Edith Greensly. I due compiono svariati imbrogli ai danni di persone qualunque che si ritrovano con l'acqua alla gola. In più, vendono anche quadri falsi al miglior offerente. Un giorno vengono scoperti da Richie DiMaso, un agente dell'FBI, e sono costretti ad interrompere la loro attività di truffa. DiMaso promette a Edith (la quale, per l'attività da truffatrice, ha assunto l'identità di Sydney Prosser) e Irving la libertà se i due avessero aiutato lui ad incastrare membri corrotti del governo. Irving e Edith accettano ma non sanno che stanno per mettersi in una situazione troppo grande anche per loro.
Dunque, la pellicola racconta un fatto reale, ovvero "l'operazione Abscam", creata dall'FBI alla fine degli anni 70. Russell tuttavia, non analizza più di tanto il film per quel che concerne i fatti realmente accaduti, ma si concentra a dare un taglio quasi grottesco al lavoro. Diciamo che la vicenda è rivisitata sotto un'ottica più easy, di facile presa nei confronti del pubblico. E l'altra cosa della quale si preoccupa Russell, e che funziona anche, è sottolineare lo sfarzo che proprio durante quel periodo dominava in certi ambienti. Ciò lo si può notare nei toni che il film assume, molto accesi, oppure nella scenografia, colorata, variopinta e rivestita di svariati addobbi luccicanti.
Quello in cui secondo me il film non eccelle, è che spesso si trova in bilico tra thriller e commedia nera. Si vengono a creare diversi contesti interessanti ma che poi non esplodono o che alla fine sfociano in battute e quant'altro. Poi secondo me, c'è qualche situazione ripetitiva. Ciò fa si che a volte, la pellicola si incarta un po' su se stessa e ci vuole qualche minuto prima che riparta. Ok che in un film dei momenti di stallo possono capitare, ma in questo caso, erano tranquillamente evitabili. Inoltre ho avuto un'impressione, ovvero che Russell, in alcuni frangenti, tenda a compiacersi un po'. Gli attori li dirige benissimo, vero, però pare che al regista gli basti quello, non vuole andare oltre perché è come se non ne sentisse il bisogno.
Ma l'elemento che limita di parecchio la pellicola, è il finale. Incredibilmente sbrigativo, girato e spiegato male. Non si capisce proprio come si sia arrivati a quel punto. E il film l'ho visto due volte. Davvero un peccato.
Dal punto di visto etico, Russell ci dice che naturalmente la truffa non soddisfa davvero una persona. E' solo un mezzo dietro al quale nascondere un'esistenza disagiata.
La direzione degli attori, come detto, è ottima. Tutti i personaggi sono credibili e Russell è bravo a far assumere un po' a tutti, quello spirito libertino che c'era nei seventies. Tra i soggetti che intrigano di più ci sono: Edith, donna dal fascino irresistibile ma anche fragile; Rosalyn, moglie di Irving, apparentemente imbranata ma in realtà dotata di una gran bella testa; infine c'è Irving, dall'improbabile capigliatura, uomo che sa bene come imbrogliare la gente ma che vuole fare le cose come dice lui e come vuole lui. Forse Richie DiMaso non è proprio un soggetto interessantissimo, personaggi come lui si sono visti tante volte, ma alla fine, fa la sua parte, complice un'ottima recitazione di Bradley Cooper. Trattandosi di un cast corale, Russell ha avuto modo di dare sfogo alla propria fantasia, caratterizzando ogni personaggio come voleva lui. E aggiungo che il regista aveva anche le idee ben chiare, perché ogni soggetto è ben delineato e distinto.
Il ritmo è ben sostenuto. Come detto prima, a causa di qualche scena ripetitiva, c'è qualche fase un po' più macchinosa ma nel complesso, la pellicola cattura l'interesse dello spettatore. Ci sono anche momenti di forte suspense, specie quello che vede Robert De Niro protagonista nel ruolo di uno spietato gangster.
Il cast è uno dei punti cardine dell'opera: tutti mettono anima e corpo nei rispettivi ruoli e, non a caso, sono fruttate diverse candidature agli oscar (anche qui però, qualcuna forse fin troppo generosa). Christian Bale lo troviamo ingrassato, elemento che da un tocco più significativo al suo personaggio. Recitazione di altissimo livello per l'attore britannico. Poi Bale dimostra ancora una volta la propria versatilità, passando dall'essere serio e incazzato all'essere quasi divertente in pochi attimi. Amy Adams è brava ed appariscente, sempre conciata con abiti sfarzosi e scollati. Ottima performance anche per l'attrice dai capelli rossi, malgrado credo che la candidatura all'oscar sia stata immeritata.
Bradley Cooper salva da solo il suo personaggio, non caratterizzato benissimo, con una recitazione di spessore. Anche per lui però, esageratissima la candidatura.
Invece, secondo me è straordinaria Jennifer Lawrence. Il suo è un personaggio strano, mezzo psicotico. La Lawrence riesce ad essere completamente imprevedibile, ai limiti del folle. Poi inscena certe sceneggiate davvero sensazionali. E pensare che nel 2013 aveva solo 23 anni! Stavolta, la candidatura ci stava tutta. Peccato poi non abbia vinto la statuetta.
Bel cameo di Bob De Niro, in un ruolo che gli è tanto caro, ovvero quello del gangster. Un chiaro omaggio ai vecchi film fatti insieme a Martin Scorsese.
Funzionale la colonna sonora, ovviamente in pieno stile anni 70. Rende il film più frizzante.
La sceneggiatura vanta dei dialoghi eccezionali che guidano tutta la pellicola. Poi sono sempre battute al limite tra il serio e l'ironia, quindi sono ancora più vivaci. A ciò si associa la perfetta stesura dei personaggi. Per il resto, c'è un impianto narrativo un po' difettoso, in quanto a volte risulta inutilmente contorto. Alcuni passaggi non si capiscono bene. Diciamo che in tante situazioni, lo screenplay poteva essere snellito.


Conclusione: un buon film che poteva essere molto di più. Il cast è il vero elemento che induce lo spettatore a vedere "American Hustle", altrimenti, la pellicola passerebbe tranquillamente inosservata. Peccato però perché gli ingredienti c'erano tutti.