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LUNCHBOX (2013) regia di Ritesh Batra

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look     7½ / 10  10/01/2014 03:03:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
2 misere recensioni di poche righe bastano per farsi un'idea di quanto successo può aver avuto questo film nel nostro paese uscito praticamente in sordina a fine 2013.
Siamo lontani dai balli sfrenati della Bollywood patinata in onda ogni domenica su RaiDue (anche se temo che il destino di film come questo sia lo stesso). Non che mi aspettassi qualcosa del genere però, dopo aver assistito alle esaltanti gesta del mitico Chiranjeevi, ho imparato che dagli indiani ci si può aspettare di tutto. E non ho avuto bisogno di ricredermi nemmeno stavolta dato che malgrado la regia esordiente, malgrado la sceneggiatura non tanto originale e forse anche grazie ai mille pregiudizi che nutro nei confronti di questo genere film, certo non mi aspettavo di potermi trovare davanti ad un'opera delicata, matura e coinvolgente come questa. Elemento cardine della storia sono i cosiddetti dabbawala ai quali Wikipedia, nella voce del film, dedica un interessantissimo approfondimento che apre gli occhi su una affascinante realtà distante dalla cultura occidentale del preconfezionato pronto in 2 minuti. Attraverso questo elemento si svolgono le vicissitudini di 2 cuori solitari, fra mariti assenti, lutti non del tutto elaborati e disarmo nei confronti del tempo che passa e non torna indietro. Un errore (uno su 6 milioni!) fa scattare una bellissima serie di scambi epistolari che mettono luce sulla vita di tutti i giorni passata fra scartoffie dell'ufficio reclami o afosi appartamenti di una Mumbai chiassosa e gremita di impiegati, tassisti, elemosinanti, persone d'ogni ceto e cultura. Si leggono impressioni, paure, mancanze, talvolta anche semplici consigli o giudizi culinari. Sogni, speranze. Piccoli attimi di evasione che portano più di un sorriso e che distolgono lo sguardo da una realtà secca e cruda alleviata però da quelli che possono essere l'abbraccio di una figlia o la compagnia di un buon amico. Un film semplice, pulito, gioviale, con piccole dosi di buona e sana comicità fatta di dialoghi frizzanti e situazioni equivoche. Uno squarcio aperto sull'India attuale con le tue mille reti ferroviarie, il suo traffico infernale, i suoi palazzi altissimi che si elevano fra le squallide baracche e strade bagnate dove giocano i bambini a piedi nudi. È anche un piccolo resoconto gastronomico che non risparmia un certo languore. Il finale un po' deludente ma in fin dei conti accettabile.

Lascia soddisfatti, sereni e soprattutto affamati, lo consiglio per chi conosce poco dell'india e vorrebbe avere uno sguardo obbiettivo su un paese che malgrado miserie e avversità riesce ancora a pulsare vita.