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NOAH regia di Darren Aronofsky

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elio91     1 / 10  20/10/2014 17:52:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Aronofsky sbrocca totalmente e regala un blockbuster d'autore privo di equilibrio, capace di passare senza sosta da sequenze visionarie e suggestive a momenti ridicoli come da programma.
Avevo quindi due possibilità: dare 10, dare 5. A me piacciono molto le mezze misure, quindi scivolo fino al voto più basso che di solito riservo al peggio del peggio.
Ci tengo a precisare che Noah non è neanche noioso, anzi: due ore e un quarto che intrattengono, magnetiche. Sempre.
Ma si arriva nella mezz'ora finale e ci manca solo che Russel Crowe prenda l'ascia di Jack Torrance per completare il quadretto delirante.
Non credo il film di Aronofsky inventi neanche un nuovo genere, ma di certo è una evoluzione del cinema di Michael Bay. E se l'avesse fatta lui, una pazzia così, di quelle che di solito vengono parodizzate per scherzo sui forum di internet o con fake trailer, il voto sarebbe stato più alto. Perché da Bay ci si aspettano determinate cose. Da un talento come Aronofsky no.
E sia chiaro, lo ribadisco ancora: Noah non è una porcata. Solo bisognava impedire di dare così tanti soldi a Aronofsky e non fargli mai fare una cosa del genere. Ha perso il controllo, costruendo un incredibile fantasy biblico. Gli "angeli" al computer sono improponibili ma funzionano. Funziona anche il re della stirpe di Caino che vuole sfidare Dìo. Ci sono tutte le tematiche bibliche adatte, tanto che al Vaticano a quanto pare "Noah" è pure piaciuto.
Incredibile ma vero, è un film che non è neanche consolante. Ha spigolature evidenti, fortissime, nel rapporto tra Noé, Dìo e la sua famiglia. Tutto uno squilibrio, in cui è possibile ritrovare nel mondo che sta per essere inghiottito dalle acque persino un Anthony Hopkins/Matusalemme, scritto e interpretato magistralmente.
E dove gli intermezzi, alcuni intermezzi, rendono appieno l'ambizione e il talento di Aronofsky lasciando senza fiato, così come alcune immagini di fortissimo impatto (l'arca piena di persone aggrappate che si lamentano e non vogliono morire).
Per arrivare allo psicodramma finale.
Non era facile concepire, scrivere e girare una cosa del genere ma Aronofsky ce l'ha fatta. Strano a dirsi, lo rispetto ancora di più per questo. Ma è un film che segna, spero, la fine di un certo tipo di cinema hollywoodiano invece che un ennesimo punto di (ri)partenza. Una tamarrata colossale in cui convivono visioni fortissime e soluzioni kitsch e scontate come nelle peggiore pellicole ideate a tavolino.
Mi rendo conto che dall'autore dell'ermetico "Albero della vita" ci si potesse aspettare tutt'altro, e sarebbe stato bello averlo: intendo un'opera più silenziosa, ponderata, di gusto. Invece ha deciso di vendere l'anima al Dìo hollywoodiano che castiga, punisce, lo stesso Dìo figlio di pùttana che si intravede nelle nubi computerizzate di Noah. E allora, è stato un bellissimo, meraviglioso ma inesorabile e incredibile tonfo nell'acqua, una mappatura del nuovo cinema di Hollywood, una rilettura alla Peter Jackson ma con meno letteratura, più soluzioni arbitrarie e kitsch. Un kolossale fallimento, forse la più interessante presa per il sedere che mi sia sorbito (compiaciuto).

Darren, riprenditi per favore.
TheSorrow  04/02/2015 14:48:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
concordo sul commento, accetto il voto però solo come provocazione!è così no, elio?
elio91  04/02/2015 15:08:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si, ovvio. Il mio voto reale sarebbe comunque basso, tieni conto.