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NOAH regia di Darren Aronofsky

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  18/04/2014 02:21:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh sììì, abbiamo ancora un maledetto bisogno di Anorofsky e del suo spirito visionario... forse tutto questo ci permette di valutare obiettivamente il suo ultimo film - non il suo migliore, in verità - e ad apprezzarlo al di là di alcune riserve di fondo. Perché volente o nolente il film paga i suoi tributi visivi a Peter Jackson e a un certo George Lucas, e risulta complessivamente un pochetto artificioso nella sua retorica, con una primissima parte forse involontariamente troppo vicina al fantasy, e qualche guizzo delirante nella schematizzazione dei personaggi (v. il gigionismo simbolico del Re, come figura Divina e Laica allo stesso tempo di un'umanità tutto sommato spaventata della sua proverbiale estinzione). Non si capisce troppo bene se Anorofsky abbia voluto o potuto rileggere la Bibbia in modo personale o se ne sia stato influenzato prosaicamente, al punto che le pagine del suo cinema risultano compromesse proprio da questa forma coercitiva di libertà espressiva (che libertà non è). Anche perché il Noah di Russel Crowe risulta talmente integralista, per non dire Khomeinista, nel suo rigore (im)morale da risultare deprimente e squallido agli occhi degli spettatori.
Occhi che tuttavia, al di là dei referenti contemporanei sul crollo delle civiltà e sulle nefandezze dell'Uomo, si abbeverano alla fonte di una grandezza visiva che non ha eguali, che lascia tramortiti, confusi, diciamo pure commossi.
E se alla fine il messaggio non sembra divergere troppo dal capolavoro di un grande italiano come Ermanno Olmi, cfr. Il Mestiere delle armi (guardacaso noto cattolico che ha diretto anni fa una suggestiva rilettura dei temi biblici) lo spirito dualista con cui guardare questo film è il feticismo di massa verso la spettacolarizzazione visiva (e qui ce n'è in abbondanza) e soprattutto l'individualismo davanti a cui guardiamo la Creazione come un evento oscuro o legittimo pieno di interrogativi o certezze.
Anorofsky filma pertanto - e questo è straordinario - l'anima che, nel bene o nel male, si lorda (piedi che sanguinano nella terra quasi estinta) come se il Peccato e le Virtù fossero il disegno di una stessa Divinità