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SNOWPIERCER regia di Joon-Ho Bong

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_Hollow_     9 / 10  24/06/2014 03:51:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una media ingiustamente bassa per quello che, in fin dei conti, è un gran film in linea coi lavori di Joon-Ho Bong.

Dai molti commenti negativi che ho letto, l'unica cosa che posso capire è che a certa gente manca un concetto direi parecchio importante riguardante qualsiasi opera di finzione, quindi non solo cinematografica: si chiama "sospensione d'incredulità". Cito testualmente il primo rigo di wikipedia: "è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia."
Notare la parola "secondarie", che coglie molto bene il punto.

Nel caso qui in questione, il treno è un'enorme metafora ("il treno è il mondo") che, rappresentando una sorta di distopica società del futuro composta dagli ultimi sopravvissuti del genere umano, vuole in realtà criticare la società attuale che, in maniera assai più velata ma non diversa, è strutturata allo stesso identico modo.
A tutti noi della prima classe del mondo, che ha potuto vedere questo film, non frega nulla degli ultimi vagoni; non sappiamo esattamente come vanno le cose laggiù; come i tizi dei primi vagoni (con macellerie, acquari, serre, saloni di bellezza, saune, discoteche ecc.) ci limitiamo, magari dopo un mese che in una qualche parte del mondo è accaduto un cataclisma, scoppiata la siccità od una guerra, a spedire qualche medicazione o qualche genere alimentare (magari yogurt scaduti, com'è successo, roba insomma non troppo diversa da quelle barre proteiche). E questo succede anche nel nostro stesso Paese, perché la reazione di chiunque, alla vista dei barboni dell'ultima classe a camminare tra noi come nella seconda metà del film, sarebbe guardare con circospezione o storcere il naso dal tanfo che emettono.

In pratica, dopo l'iniziale critica ecologista e scientista, il treno (e la sua fine) può benissimo simboleggiare la deriva di un capitalismo senza freni. Da cui escono una bambina cinese ed uno di colore, scoprendo che, nonostante tutto, la vita andrà ancora avanti.

Tra l'altro, a parte il dialogo finale con Wilford in persona (e tutto quello che può rappresentare: classe politica, mass media, capitani d'industria, Dio e la religione ecc; in cui la realtà stava per essere distorta dalle parole, da un discorso ben fatto alla Vermilinguo del Signore degli Anelli, dall'eloquenza), risultano poi pure stupende le ultime metafore che fanno tornare il senno a Curtis, i mali peggiori del sistema a cui non si può rimanere indifferenti: lavoro minorile e bambini soldato.

Ovviamente in tutto questo si passa attraverso vagoni di ******** dedite alle loro attività inutili mentre la gente muore, oppure attraverso il vagone propagandistico dell'istruzione e del lavaggio di cervello delle giovani menti ("The Wall").

Il ritmo è sempre alto, mantenendo così pure l'interesse, e sono ottime regia e fotografia.

Ma, per tornare al discorso iniziale, come metafora si è scelto di usare il viaggio circolare su rotaie (e, anche qui, notare il simbolismo per descrivere un mondo in apparente movimento, magari tecnologico, ma in realtà perennemente fermo da millenni nelle stesse condizioni di egemonia/subalternità e in uno stato in cui una parte della popolazione soffre mentre l'altra rimane indifferente, sia per volontà sia perché inconsapevole di tutto quello che gli succede attorno, come se fosse rimasta in uno stato perennemente puerile come ipotizzato da Toqueville; un mondo, insomma, che gira, o meglio ruota, attorno al proprio asse o in un'orbita intorno al Sole ma senza che nulla cambi sulla sua superficie. Un perenne presente.) di un treno.
E allora altolà! Ecco i soliti *****ni, che hanno lasciato la sospensione dell'incredulità nel cesso insieme al cervello, che devono scartavetrare la minchia evidenziando come sia impossibile che un treno possa girare per anni senza problemi ecc. si chiama METAFORA. Vorrei vedere il commento di qualcuno, su un blog od un forum di letteratura, che leggendo Ungaretti cominciasse a puntualizzare sul fatto che non si sta come le foglie in autunno sugli alberi e che i cuori non sono paesi. Verrebbe mandato al centro d'igiene mentale più vicino o sarebbe rintracciato tramite indirizzo IP e preso a calci in **** appena dovesse mettere un piede fuori casa.

Oltretutto sono presenti parecchi elementi strani e grotteschi non nuovi a chi avesse già visto un qualche film del regista, "The Host" ad esempio.

E Kang-ho Song è grande come al solito (lo adoro da JSA), idem per il semi-dio John Hurt.

Tra l'altro, non so se fosse la versione vista da me o se sia effettivamente così, ma molte parti in Coreano, non venendo tradotte dall'aggeggio apposito, davano l'effetto di un volere autoriale di lasciare il pubblico all'oscuro di certi dialoghi magari importanti, dialoghi tra padre e figlia e quello sul finale tra il coreano e Curtis che, a differenza dello spettatore, sembravano in grado di capirsi ugualmente una volta ingranata la marcia. Se fosse intenzionale, sarebbe un gran utilizzo della polarizzazione.

Buona la recensione, anch'io non do il massimo ma senza un vero motivo razionale; solo una sensazione che, per qualche motivo, poteva essere ancora migliore.
Invia una mail all'autore del commento marlamarlad  07/09/2014 09:59:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Abbiamo capito che è una metafora. Ma non è una idea nuova. Il film non vola.
ferzbox  24/06/2014 18:01:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premettendo che questo film mi è piaciuto,quindi ti capisco,vorrei fare un'osservazione sul concetto che hai spiegato riguardo alla "sospensione d'incredulità".
Mi sta benissimo,ma a tutto c'è un limite....su alcuni film risulta difficile,molto difficile farlo....assecondare la fantasia e chiudere un'occhio su certe cose ok,però non deve nemmeno essere troppo stupido un film(a meno che non fa parte dello stile)....dipende dai casi.....
_Hollow_  24/06/2014 21:35:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo ferz, ma infatti ti do ragione. Avevo intravisto il tuo commento, mi pare fosse un 8, e quelle cose che ti avevano un po' lasciato perplesso sono condivisibili. Soprattutto riguardo il finale (che è uno dei motivi per cui non mi sembra affatto un film perfetto).
Io non capisco però le fissazioni riguardo aspetti tecnologici che dovrebbero essere realistici e cose simili ... anche perché, ripeto, è tutto perdonabile considerando l'elemento del treno una grossa metafora per descrivere una presunta società distopica, quando invece ci si riferisce a quella corrente. Un po' come considerare I Promessi Sposi un'opera contro l'occupazione austriaca invece di quella spagnola di cui si parla nel romanzo.
E nel caso di questo film si dovrebbero perdonare solo questioni secondarie, minori, in cui appunto basterebbe sospendere un attimo l'incredulità. Ad esempio che le rotaie non abbiano mai bisogno di manutenzione, o che ogni giorno si riesca a tritare migliaia di insetti presi non si sa da dove per sfamare l'ultimo vagone.
Tra l'altro sono tutte cose ovviamente buttate lì in modo un po' grottesco per criticare, tant'è vero che sembra non esistano neppure vagoni letto per la prima classe ... dove dorme tutta quella gente? Alcune cose non saranno state mostrate, altre il regista probabilmente non s'è nemmeno preoccupato di renderle realistiche. Anche "The Host", ad esempio, è realistico ma fino ad un certo punto ... deve piacere la poetica un po' grottesca del regista alla fine. Non si dovrebbero criticare certe cose, come non si critica la possibilità di certi massacri in Kill Bill, che sono evidentemente qualcosa di "estetico" ecc.
C'è invece chi ha dato voti ridicoli fissandosi su questi punti totalmente secondari, ignorando ogni altro aspetto (regia, fotografia, recitazione ecc.), quando, tra l'altro, erano per appunto aspetti secondari e con la scusante di essere evidentemente piuttosto assurdi (chi conosce il regista comunque lo sa). Non certo cose come Batman che si ripresenta a Gotham dopo pochi mesi, senza mezzi per arrivare e recuperando da una paralisi causata dalla rottura della colonna vertebrale. Oppure l'operazione a cuore aperto in mezzo al deserto nell'ultimo Terminator (ma c'è sempre Bale in mezzo??), giusto per dire le prime due cose che mi son venute in mente. Per non parlare di robot enormi che camminano in viali che dovrebbero essere larghi quanto 2 o 3 campi di calcio, visto che si tengono in mano una petroliera ecc. E, in questi casi, sono cose nemmeno giustificate ... sono semplicemente irrealistiche. Tanto tanto Pacific Rim che cerca solo di essere fracassone, ma gli altri due ...