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SNOWPIERCER regia di Joon-Ho Bong

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Cagliostro     4 / 10  07/03/2014 19:16:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Francamente mediocre e scritto malissimo.
Snowpiercer nasce da una Bande Dessinée francese concepita negli anni settanta e pubblicata per la prima volta all'inizio degli anni ottanta, degli autori Jacques Lob e Benjamin Legrand e dal disegnatore Jean-Marc Rochette.
Il film purtroppo si ispira solo vaghissimamente alle atmosfere e alla metafora sociale presente nel fumetto rendendo il tutto di una banalità esasperante, stupida e fine a sé stessa.
Stupisce che fra gli sceneggiatori ci sia Kelly Masterson che aveva dato prova di grandissima maestria di scrittura con la sua sceneggiatura d'esordio "Before the Devil Knows You're Dead" (Onora il Padre e la Madre) diretto da Sidney Lumet. Il film, peraltro si ispira essenzialmente al primo fumetto della trilogia intitolato "Le Transperceneige", ma come accennato si dimostra iuncapace di mutuarne i contenuti, la solidità narrativa e l'arguta metafora sociale (arguta per l'epoca del fumetto).
La scrittura cinematografica di Snowpiercer è fallace poiché ridondante di momenti superflui, superflui in quanto non trovano risposta nella progressione narrativa del film. Un esempio: il gesto della mano della Swinton su cui si concentra lungamente la macchina da presa, alla fine è immotivato, esternato in un contesto incongruo, fine a se stesso e sostanzialmente errato perché


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Questo è solo un esempio, ma ce ne sarebbero tantissimi che è meglio lasciar analizzare a chi il film vuole recensirlo.
Gli errori di sceneggiatura si susseguono mettendo insieme file di scene che non modificano mai la propria valenza, la superficialità con cui sono caratterizzati i personaggi e la sproporzione fra i tempi cinematografici in cui un film dovrebbe essere ripartito. Inoltre, la maggior parte degli eventi mostrati non sono rivolti alla preparazione dell'Impression Finale, quindi sono inutili e grammaticalmente errati sotto il profilo cinematografico.
Ma voglio andare oltre.
Il messaggio finale di questo film è altamente contraddittorio.


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Inutile continuare ad infierire sugli enormi errori degli sceneggiatori.
Il film risulta un concentrato d'azione, che però avanza a volte stentatamente. Il solo momento veramente ben riuscito è quello della battaglia conto i soldati armati di armi bianche. E questo ci obbliga a spostare l'attenzione sulla regia. Joon-ho Bong è bravo, ma questa volta sembra che si sia limitato a giocare a far spettacolo e neppure troppo avvincente. L'uso della camera a mano in alcuni case è abusato e fastidioso. La sequenza sopracitata, invece, è ben riuscita grazie al rallenti accelerato e alla dolcezza della musica che accompagna il bagno di sangue. L'espediente non è nuovo ma è sempre efficace. Come già ha detto appena l'altro ieri un regista dilettante ma di belle speranze, Alfred Hitchcock, le scene di violenza devono essere girate come se fossero scene d'amore e viceversa.
Ad eccezione di questa scena, la regia è complessivamente anonima e non funge da collante narrativo ad una sceneggiatura scalcinata che avanza stupidamente proprio come un passeggero di un qualsiasi treno trenitalia che cerca il proprio posto, ma non sa quale sia.
Gli attori, invece svolgono bene il loro lavoro, ma non possono salvare un film scritto malissimo e diretto manieristicamente. Buoni il montaggio e la fotografia.
Sostanzialmente se non si ha nulla di meglio da fare, Snowpiercer si può anche guardare, ma non vi aspettate niente di più di un filmetto d'azione pieno di fesserie narrative e condito di tanto, troppa presunzione autoriale.
Il solo vantaggio:
si dimentica in fretta.
ben4  20/03/2014 08:44:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sottoscrivo gran parte del tuo commento....

Cagliostro  20/03/2014 18:25:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!
NicolaDYD  10/03/2014 18:54:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tu parti dal presupposto di sapere già cosa voglia comunicare il film, poi quando accade qualcosa di diverso dici che è il film ad essere sbagliato.
E se fossi tu ad interpretarlo male ? con troppa presunzione (senza offesa). E se fosse proprio quello il messaggio che voleva comunicare il regista ?
Tu dici benissimo: "la sceneggiatura sembra voler abbracciare le istanze anarchiche in base alle quali qualsiasi potere è sbagliato e deviato e si legittima attraverso la sottomissione del popolo."......"Una massa, sia quella della classe di coda sia quella della classe benestante, incapace di provvedere a se stessa e avente bisogno di un leader per impedirle di autodistruggersi."...."Questa non è anarchia, è invece legittimazione di qualsiasi tipo di dittatura."
Potrebbe essere questo il vero messaggio o forse no, il film ti apre delle strade interpretative, dopo sta a chi guarda sceglierne una. Secondo me questo non è un errore, è solo una cosa diversa dal solito a cui forse non siamo abituati.
Poi alla fine dici che non c'è nessuna evoluzione nel personaggio di Curtis, ovvio che non c'è, la sua trasformazione l'ha già fatta prima dell'inizio del film (dal mangiare bambini e diventare la guida dei reietti), lui sa già cosa fare, arrivare alla locomotiva e uccidere Wilford, e sà già che questo comporterà la morte di moltissima gente, lui sà già come andrà a finire

Cagliostro  10/03/2014 22:45:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi spiace ma ti sbagli (senza offesa) nell'affermare che io parto dal presupposto di sapere che cosa voglia comunicare il film. nel film inoltre non accade nulla di diverso da quello che è anche più blandamente prevedibile quindi reputo falsa la tua affermazione di partenza: "Tu parti dal presupposto di sapere già cosa voglia comunicare il film, poi quando accade qualcosa di diverso dici che è il film ad essere sbagliato".
Il film non apre particolari strade interpretative, ma lasciando anche cadere le istanze sociali che nel fumetto da cui il film è tratto ci sono eccome, resta il fatto che esiste una cosa cui io sono abituato visto che ci devo lavorare tutti i giorni, che si chiama grammatica cinematografica, che come tutte le grammatiche ha determinate regole da rispettare, non le ho inventate io.
tu affermi, confermando quanto io dico (e che peraltro è palese):
"Poi alla fine dici che non c'è nessuna evoluzione nel personaggio di Curtis, ovvio che non c'è,"
qui non si tratta di presunzione mia ci sono tomi che spiegano che cosa sia la storia di un film e che cosa sia il percorso emotivo dell'eroe. violarle costituisce un errore di grammatica cinematografica. adesso se l'errore c'è, ma il film funziona, io dico: chissene frega dell'errore. ma poiché a me questo film mi ha annoiato, l'ho trovato banale e piuttosto inconcludente, allora reputo che parte del fallimento, nella mia ottica, per carità, sia dovuto anche alla violazione di quelle che sono regole consolidate di scrittura cinematografica.
e di errori di grammatica ce ne sono moltissimi:il più elementare è quello della valenza delle scene. anche qui io non invento nulla. è buona regola che se una scena inizia in valenza positiva, debba terminare in valenza negati e possibilmente la scena seguente deve avere le valenze invertite.
poi risparmiamo, per favore le frasi del tipo "sono cose diverse dal solito a cui forse non siamo abituati", perché a parte che non si tratta del mio caso soggettivo, questo film purtroppo partendo daun soggetto originale francamente interessantissimo e ben sviluppato, cade invece nel più banale déjà vu. questo sempre secondo la mia opinione, tecnica, forse, ma non presuntuosa.
Jolly Roger  10/03/2014 10:09:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Da notare quindi la totale assenza di classi intermedie"

la parte centrale del treno ha una struttura a scompartimenti e dentro vi sono le persone delle classi intermedie. Se ne vedono alcune quando i ribelli passano nel corridoio. C'è una vecchietta che legge, se non sbaglio. Poi c'è lo studio di un dentista, con un paziente.
Inoltre tutte le persone che lavorano fanno parte della classe media, perchè mantengono in funzione ed in ordine il treno, lavorando quindi al sevizio di tutti. Sono quelli che curano la serra, oppure che curano l'acquario, poi c'è la persona che produce le barrette, la maestra. Ci sono i baristi, lo stesso violinista - emerso peraltro dalla classe bassa. Ma soprattutto ci sono i poliziotti. Sono tutti quelli che lavorano al treno e al suo viaggio, senza conoscerne propriamente le dinamiche sociali interne e in ogni caso senza metterle in discussione.
Direi che la classe media non sono non è per niente assente, ma è preponderante.

Cagliostro  10/03/2014 15:42:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
quindi secondo questa interpretazione i ricchi vivrebbero nelle saune, nelle piscine e nelle discoteche?
inoltre anche se fosse come dici, e non sono d'accordo, resta il fatto che a loro è dedicata una manciata di secondi, neppure di minuti. Come se non ci fossero.
Il discorso non vale per le guardie, che per definizione sono uno strumento della testa e non una popolazione da governare.
quindi se anche volessimo dire che le classi e non "la classe" intermedie sono presenti, non sono per nulla preponderanti e nell'economia narrativa dell'opera assolutamente trascurate, anzi ignorate.
Jolly Roger  10/03/2014 23:29:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"quindi secondo questa interpretazione i ricchi vivrebbero nelle saune, nelle piscine e nelle discoteche?"

Non è un'interpretazione, è proprio il film che è così. Se ti rivedi gli ultimi due vagoni, sono popolati da gente ricca che si sballa, tra droghe e sesso - che è proprio la visione che l'individuo medio in genere ha di come i ricchi passino il tempo.

"inoltre anche se fosse come dici, e non sono d'accordo, resta il fatto che a loro è dedicata una manciata di secondi, neppure di minuti"

Non c'entra nulla il tempo che ad essi è dedicato, conta il fatto che ci sono le classi intermedie e non è vero, come dici tu, che sono ignorate. Il tempo dedicato ai "ricchi" è molto meno, il tempo di passare due vagoni con discoteca e piscina.

"Il discorso non vale per le guardie, che per definizione sono uno strumento della testa e non una popolazione da governare"

Il fatto che i poliziotti (nel film) siano "uno strumento della testa", come dici tu, non c'entra proprio nulla col discorso che siano o meno classi intermedie. Anzi, è proprio vero il contrario: è proprio perchè svolgono una funzione di interesse per conto della "testa", che li qualifica come classi intermedie. Infatti non sono dei miserabili, dei poveracci, perchè hanno un mestiere, ma non sono nemmeno talmente ricchi da passare il tempo in piscina a divertirsi e sballarsi. Fanno esattamente quello che fanno le altre classi intermedie: difendono lo status quo. Non c'entra che loro lo facciano con in mano un fucile, mentre gli altri lo fanno con in mano una bacchetta da insegnante, oppure premendo il pulsante di una macchina che fonde gli insetti e crea barrette per i poveri. Fanno tutti la stessa cosa, a modo loro: difendere il sistema, anche se non ne conoscono le finalità, i meccanismi, quel che ci sta sotto, chi tira le fila, chi comanda davvero.

"anche volessimo dire che le classi e non "la classe" intermedie sono presenti, non sono per nulla preponderanti e nell'economia narrativa dell'opera assolutamente trascurate, anzi ignorate."

Come ti dicevo sopra, le "classi intermedie" non sono affatto ignorate, nell'economia dell'opera sono importanti perchè sono il principale ostacolo al cammino dei ribelli - al contrario, le classi ricche non oppongono alcuna resistenza. Questo perchè sono rimbam.ite dai loro stessi vizi, talmente tanto da non rendersi nemmeno conto di quel che succede se non quando si accorgono che qualcuno ha rubato loro da sotto il naso la droga. Mi ricorda quel che diceva Dostoevskij quando incolpava la ricca nobiltà zarista di essere responsabile, anzi colpevole, a causa della sua ricchezza e ignavia, dell'ascesa dei ribelli comunisti.

Comunque sono visioni. Io personalmente non penso che le classi intermedia siano preponderanti nel film. Ma ci sono e difendono lo status quo.
Ma io non considero questo film come una lotta fra classi deboli vs. intermedie o vs. le ricche. Lo considero semplicemente come una metafora del cinismo macchiavellico di chi sta al potere (della logica che "il fine giustifica i mezzi"), contrapposto all'istinto rivoluzionario di chi non ha niente da perdere a costo di sfasciare tutto.
Che poi questa contrapposizione è anche il motore che manda avanti la storia

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Cagliostro  11/03/2014 00:08:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perfetto!
rimaniamo sull'asse di cui stai parlando tu, ammettiamo, anche se non condivido che tutto sia come dici e che la classe intermedia sia quella preponderante e che vuol difendere lo status quo, mi vuoi spiegare e che cosa giova per il benessere di classe intermedia il malessere ai limiti dell'indicibile della classe di coda? o meglio, in quale modo il loro malessere è necessario per garantire il benessere dgli altri?
Jolly Roger  11/03/2014 15:27:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No ma anche io non credo che la classe media sia preponderante. Credo solo che abbia un proprio ruolo nel film.
E non credo che il malessere della classe di coda giovi alla classe intermedia o ai ricchi....O almeno non giova direttamente. Credo sia un problema di equilibrio, di scarsità delle risorse che vengono ripartite in modo diverso a seconda della "classe".
Però c'è una cosa che mi ha fatto pensare di quello che dice Wilford alla fine sull'utilità ella coda: il fatto che la classe di coda è quella "più movimentata", quella dove si sfornano più figli.
Sembra quasi che la classe di coda sia oggetto di una selezione "naturale", spesso non naturale ma indotta

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perchè il fatto che mettano al mondo più figli rispetto alle altre classi serve anche ai vagoni di testa. Infatti

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Quindi la classe di coda ha una sua funzione.
Comunque sono interpretazioni. Sono stato un po' rompib.alle nelle risposte sopra; peccato che non ti sia piaciuto, ma del resto sono gusti e questo è un film particolare


Cagliostro  14/03/2014 02:30:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"anche io non credo che la classe media sia preponderante"
lo avevi affermato tu, e io ho argomentato il perché secondo me non è così.
Anche a me dispiace (magari dispiacere è una parola troppo grossa) che questo film non mi sia piaciuto. Si tratta di un genere che adoro, ma la superficialità e la banalità che vi ho riscontrato mi hanno disarmato. non ero partito prevenuto nella visione, forse ero partito con troppe aspettative, ma pazienza.
Jolly Roger  16/03/2014 13:51:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ARIDAJE CO STA STORIA DELLA CLASSE MEDIA!!!

Io ho risposto con un'esagerazione ("la classe media è preponderante") alla tua esagerazione ("la classe media è inesistente"). Eccome se esiste, sei (solo) tu che non ne hai riconosciuto il ruolo nel film.

Il vero problema te lo dico io in modo semplice e senza paroloni: tu non sei per niente d'accordo con la visione allegorica che il film da della società, del potere, della stanza dei bottoni, della rivoluzione.

E' tutto lì. Potevi scriverlo in due righe anzichè parlare a sproposito di "enormi errori di sceneggiatura" o buchi narrativi.
Cagliostro  16/03/2014 16:57:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Il vero problema te lo dico io in modo semplice e senza paroloni: tu non sei per niente d'accordo con la visione allegorica che il film da della società, del potere, della stanza dei bottoni, della rivoluzione".

punto primo, anche fosse come tu dici, non vedo perché dovrebbe costituire un "problema".
punto secondo: non è così come tu invece stai affermando. secondo me è sviluppato male e in maniera contraddittoria, ma non c'entra nulla essere d'accordo oppure no.
quando parlo invece di errori di sceneggiatura, parlo di errori di sceneggiatura, non dei contenuti allegorici. idem per i buchi narrativi. non c'è un solo fattore, ma un convergenza di numerosi fattori che mi ha portato ad avere un'opinione molto negativa di questa pellicola.
Cmq, non ha importanza, io ho solo risposto alle osservazioni che mi hai fatto, non sono andato a contestare i commenti e le opinioni altrui.
Jolly Roger  17/03/2014 09:37:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"punto primo, anche fosse come tu dici, non vedo perché dovrebbe costituire un "problema". "
Infatti non è un problema, non me ne frega nulla se sei d'accordo o no con la visione allegorica della società che da il film; io ho criticato e ti ho risposto ad alcune considerazioni che tu hai scritto nel commento e sulle quali hai fondato il tuo giudizio (l'"inesistenza" della classe media o la presunta "inutilità" della classe povera) perchè le ritengo sbagliate. E aggiungo, dato che parli di errori di sceneggiatura e buchi narrativi, che il tuo commento sarebbe stato più chiaro se li avessi elencati anzichè fare un esempio e lasciare l'onere di descrivere gli altri ai recensori (peraltro qui il recensore ha dato 9).
Cagliostro  17/03/2014 20:21:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
se non frega a te, sapessi quanto me ne frega a me...
cmq, nel mio commento se lo hai letto con attenzione si parla di alcuni errori specific tipo la mancanza di evoluzione ppsicologica di Curtis, e questo, ti piaccia o no, è un errore di grammatica cinematografica e non perché lo dico io. al massimo ci si può arrampicare sugli specchi e trovare quel fumus di evoluzione psicologica del personaggio, che non c'è.
per quel che concerne l'inutilità ti tenerele persone che vivono nella coda in quello stato di estrema povertà, lo confermo, non ne vedo nessuna utilità pratica per il benessere e l'equilibrio sociale del microcosmo umano e sociale che occupa il treno. quindi magari non ho capito io, e allora spiegami tu.
Gli errori ci sono, il voto che ha dato il recensore, è unproblema del recensore, non mio. ogni volta che io scrivo un'analisi cinematografica esamino il film da capo a coda e ho diverse decine di analisi pubblicate su questo sito che lo dimostrano. francamente non sto a perderci tempo scrivendo un semplice commento.
Per quanto riguarda questi profondissimi contenuti allegorici che mi sembrano (e sottoline "mi sembrano") essere la ragione per cuisia a te sia al recensore questofilm è piaciuto tanto, ti correggo ancora una volta per quel che tu erroneamente attribuisci al mio pensiero, anche se già l'ho esplicitato nel mio commento: tu hai affermato che io non sono perniente d'accordo con questa visione allegorica. non è vero! io dico che questa visione allegorica è stata esplicitata in un modo talmente banale e demagogico, senza i fondamenti che la giustifichino (per esempio nel film di Niccol "In Time" l'allegoria era evidente, era anche banalotta, ma era strutturata perfettamente, senza quelle falle che invece ci sono in snowpiercer). con questa affermazione, consapevolmente o meno, tu affermi che il mio voto negativo discende dal fatto che non mi sonopiaciuti i contenuti di questa pellicola, invece a me di questa pellicola non è piaciuta la forma. i contenuti sono talmente banali da essere sconcertanti e ne hi spiegato il perché. per quale motivo non dovrei essere d'accordo che se schiacci la gente come la classe di coda, questa non dovrebbe fare una rivoluzione? se io non pensassi che generalmente (così come la storia ci insegna) le rivoluzioni sono pilotate dalla stessa classe dirigente, perché nel mio commento avrei fatto l'esempio del goldstein's book di 1984?
Iosono qui e continuo a risponderti perché da quel che tu mi scrivi, reputo che tu non abbia ben capito quel che io ho scritto. nel dubbio che sia un mio problema di comunicazione sono apertissimo a qualsiasi dialogo e a spiegare quel che ho scritto e il mio pensiero, così come appunto sto facendo.
Cmq se hai questioni o altre domande inerenti quel che ho scritto sono qui per risponderti, se invece desideri spiegare a me quale sia il mio pensiero, ti invito ad astenerti perché se no qui non se ne esce più.
Cagliostro  17/03/2014 20:23:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
p.s.
prometto che se non trovo i soldi per cambiare questo pc, provvederò almeno a far riparare la barra spaziatrice...
Jolly Roger  17/03/2014 22:55:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ok, grazie per la risposta. Ora è tutto chiaro. Credevo che tu non fossi sincero nell'attaccare l'aspetto, i buchi narrativi, gli errori di sceneggiatura, in una parola la "forma"; pensavo che attaccasi questi aspetti perché in realtà non condividevi i contenuti (cosa comunque legittima)

Invece è evidente dalla tua risposta che mi sono sbagliato io, mi dispiace di averlo messo in dubbio.

Va beh, basta trovare divergenze.
Ora cito la frase che mi è più piaciuta del tuo commento:
"Questa non è anarchia se non intesa nel suo primitivo senso di caos ed è invece legittimazione di qualsiasi tipo di dittatura"
Anche io vi ho visto sotteso questo significato. In pratica ogni tipo di rivoluzione (di destra, di sinistra, di centro, dall'alto o dal basso) sarebbe annullato nel suo significato, perché i ribelli, nella migliore delle ipotesi, sostituiranno i tiranni e saranno uguali a loro...
amara conclusione...

jack_torrence  18/03/2014 00:26:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' la teoria del Leviatano di Hobbes. Che immagina uno stato di natura homo homini lupus e la necessità di un sovrano assoluto a mettere ordine.
E la storia dimostra che ha più ragione Hobbes di Rousseau (stato di natura armonioso).
Le democrazie contemporanee, altro non sono se non una variante del potere oligarchico (secondo la suddivisione delle forme di governo teorizzate da Aristotele): oligarchie temperate dal suffragio universale, che però è a sua volta corretto, a vantaggio delle oligarchie, dall'esercizio del potere mediatico.

Eppure io continuo a sperare che sia possibile una democrazia autentica.
Tuttavia la Storia - in estrema sintesi - dà ragione a Hobbes, non a Rousseau. Purtroppo.
jack_torrence  18/03/2014 00:30:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"i ribelli, nella migliore delle ipotesi, sostituiranno i tiranni e saranno uguali a loro".
Le due maggiori rivoluzioni dell'età contemporanea (francese e sovietica) sono sfociate la prima nel terrore e poi nel bonapartismo, la seconda in un tremendo totalitarismo.
Anche su scala più piccola le rivoluzioni in genere sfociano in una dittatura persino più feroce del sistema di governo che le precede. Soprattutto è stato vero negli stati post-coloniali.
Cagliostro  18/03/2014 08:32:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
figurati!
grazie a te per il confronto dialettico.
Jolly Roger  17/03/2014 09:48:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ehi ma il recensore sei tu jack?
lo scopro solo ora, ho visto il link alla recensione nel tuo commento
jack_torrence  17/03/2014 12:07:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
yes I am :)
Jolly Roger  17/03/2014 12:58:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bravo, complimenti.
appena ho un po' più di tempo commento sotto al tuo commento
jack_torrence  16/03/2014 14:54:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io continuando a riflettere sono giunto a capire una cosa.
Sono dagli anni del mio dottorato in scienze politiche intimamente convinto che la democrazia, come concepita in occidente, e come "realizzata" in modo progressivo nell'era contemporanea (post-illuminismo), sia una grande forma di ipocrisia.
Il che è un pensiero quasi inaccettabile nella nostra cultura,
ma non in quella orientale.
La democrazia, paesi "occidentalizzati" traumaticamente (come il Giappone e la Corea), non l'hanno metabolizzata come noi.
E oggi, vivailcielo, sono in grado di averne una visione critica molto più "vergine" e priva di filtri.

(A scanso di equivoci, esplicito che il mio retaggio culturale è composto da idee di estrema sinistra; non di estrema destra. Lo dico visto che quello che ho affermato potrebbe far pensare benissimo che io sia tipo ezrapoundiano o mishimiano. Diomio NO. Mishima mi piace, ma appunto perché giapponese. Qui da noi, sono allergico a tutto quello che è di destra. Ma sono anche consapevole che è retaggio di un altro secolo e di un'epoca che fu).
NicolaDYD  10/03/2014 18:29:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La classe intermedia se c'è è ignorata perchè non sono loro a comandare, quelli della coda vogliono solo arrivare alla locomotiva, delle persone in mezzo non gli importa, loro ci sono capitate, non l'hanno scelto.
Ma comunque anche se non ci fosse la classe intermedia, o fosse costituita solo dalla polizia non vedo perchè si debba considerare un errore, è solo un fatto.
Cagliostro  10/03/2014 22:32:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il discorso che la polizia sia classe intermedia non l'ho introdotto io, quindi non stai rispondendo a me.
jack_torrence  11/03/2014 01:46:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Carlo il tuo punto di VISTA mi e'chiaro. Ma con quali FILTRI guardi i film!? Abbiamo prospettive veramente troppo dissimili, scopro adesso. E tuttavia, permettimi di esprimerti la mia: un film deve essere guardato il meno possibile attraverso le proprie coordinate, va guardato, con stupore per cio'che di nuovo, anche in termini di strutturazione narrativa, svela allo sguardo. Un film come snowpiercer, che ho visto oggi per la seconda volta, e' un miracolo dove tutto sitiene. Tu cerchi forse la coerenza intrinseca: una verosimiglianza che non puoessere cercata nelle opere fantastiche, di allegoria. Non e' questo il parametro attraverso cui le si deve guardare! Le tue critiche a snowpiercer sono, diomio, come dire che l'inferno di dante non ha senso perche al centro della terrs fa troppo caldo per poterci sopravvivere. Puoi anche ritenere la allegoria politica di Bong lontana da te e a te poco affine. E io, forse, sono viceversa troppo affine alla sua visione disincantata che congiunge, vertiginosamente, hobbes all'anarchia. Filosoficamente regge poco, ma l'arte hanil privilegio di non dover essere razionalmente lineare.
Snowpiercer e' una pietra miliare. Audace oltre ogni ipotesi, brillante come pochi film ho visto dopo kubrick, lynch e tarantino, in occidente.
Cagliostro  11/03/2014 02:48:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stefano, non vedo quale sia il problema di avere prospettive o punti di vista o gusti dissimili, anzi io trovo che la diversità sia una richezza. se in un edificio tutte le colonne fossero dallo stesso lato l'edificio crollerebbe. Io ti permetto di esprimerela tua, così come l'hai già espressa nella recensione, ma non mi suona bene sentire che un film si debba vedere in un certo modo piuttosto che in un altro, e lo "scandalo" che i miei "FILTRI" ti suscitano mi sorprende. cmq le mie critiche sono bel lungi dalla metafora che hai fatto con l'inferno dantesco. Io adoro il genere horror, ma anche il thriller e il cosiddetto sci-fiction, proprio perché ti permettono, e qui parlo da autore, di muovere critiche sociali e politiche, velate o meno, in piena libertà. e questa è la strada percorsa dagli autori della bande dessinee e anche inizialmente dagli autori dal film.
inutele che io ripeta il mio punto di vista, ma in risposta al tuo commento posso solo aggiungere che questo Snowpiercer non adotta nessun nuovo linguaggio né visivo né narrativo. tu parli di novità di struttura narrativa, io non ne vedo. il film è lineare, semplice, del tutto ordinario. non ha una visione disincantata anzi è anche piuttosto superficialotto e retorico. nella recensione lo definisci anticommerciale,intransigente, duro, crudo, di una violenza spiazzante, ostico. non è il film che ho visto io, perché io ho visto un film commerciale, edulcorato e troppo spesso gratuito, senza nessuna solidità narrativa che non sia dettata dal ritmo, con un finale più prevedibile che mai e infarcito di retorica e di una presunzione autoriale di fronte alla quale si chiede un'impossibile sospensione dell'incredulità di fronte ad un'allegoria assai banale e mal strutturata, quando invece poteva partire da basi solidissime e avere sviluppi altrettanto solidi.
Come come hai scritto tu in maiuscolo sono punti di vista e questo è il mio. peraltro la mia è un'opinione di minoranza poiché al pubblico 'sto film è piaciuto e ne ho letto critiche internazionali entusiastiche. io non condivido il vostro entusiamo prorpio perché non ci trovo nulla di nuovo né di innovativo, ma può anche darsi che tutti voi abbiate ragione visto che siete anche l'opinione maggioritaria e che io abbia torto. tuttavia nulla di quelche holetto mi ha fatto modificare la mia opinione, che generalmente, e questo a chi mi conosce è noto, è tutto tranne che qualcosa di irremovibile di fronte ad argomentazioni pregnanti.
jack_torrence  11/03/2014 09:04:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Carlo, non vorrei esserti sembrato troppo aggressivo! Condivido tutto quello che esprimi, in fatto di diversità di opinioni, e di liceità. Ti parlavo a cuore aperto, non per sminuire il tuo punto di vista e i tuoi eventuali filtri (quello dei filtri è un discorso delicato; io personalmente, negli anni, mi sono accorto di quanti filtri avessi, e chissà quanti ancora ne ho, prima di tutto etici, e politici, nel vedere i film e che mi condizionavano - e ancora mi condizionano - dal dare prima di tutto un giudizio puramente estetico), ma invece mosso - consentimelo, con stima! - da un po' di dispiacere per il fatto che a te, di cui stimo particolarmente la capacità di analisi dei film, questo film non fosse piaciuto! (Sono tornato a rivederlo anche perché stimolato dalle critiche negative lette). Un saluto, Ste
Cagliostro  14/03/2014 02:41:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma figurati, Stefano, nessun problema.
Già inpassato abbiamo avuto posizioni diametralmente opposte su alcune pellicole. quello che io ho constatato, magarisbagliandomi, è che (ribadisco che si tratta solo di una mia impressione) quando un filmti emoziona molto tu tendi a difenderlo anche dove io lo trovo indifendibile, ma non è mica un problema.
Io ai film ho un approccio diverso che se ce la faccio poi ti esterno nei commenti alla recensione. Ti faccio l'esempio di Non è un Paese per Vecchi: si tratta di un film di un genere che a me non piace e con scelte narrative che non incontrano i miei gusti. è un film che ho visto e che non rivedrei,perché non mi dà le emozioni che mi suscitano altri film anche enormemente inferiori. nella mia recensione però gli ho dato 9, perché indipendentemente da quelli che sono i miei gusti, si tratta di un film scritto bene, girato divinamente, montato egregiamente e con interpretazioni magnifiche. inoltretuttele scelte narrative, di regia e di montaggio hanno una loro intrinseca coerenza. questi non sono esattamente "filtri" ma i semplici elementi di cuisi compone l'opera cinematografica e in base ai quelli questa va valutata, secondo me eanche secondo quelli che sono i presuposti della critica.
però il cinema è anche e soprattutto emozione. ci sono dei film che mi hanno emozionato benché io ne scorga tutti i difetti, a volte gravi, a volte superficali, ma questi non mi inficiano il piacere della visione né l'emozione che il film scatena in me. tuttavia anche inquesti casi,pur dando un voto positivo e scrivendo un'analisi positiva, non possoignorare la presenza di eventuali carenze almeno che queste non siano del tutto irrilevanti e magari nell'assegnare il voto alfilm mi vedo,per onestà intelettuale, costretto a dargli un voto più basso, anche se a me è piaciuto, rispetto a quello che do a film che magari non mi sono piaciuti.
jack_torrence  14/03/2014 10:02:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' curioso, Carlo, sono talmente d'accordo con te da non riuscire a rivoltare su di me la critica che mi fai.
Mi riconosco esattamente nel ritratto che fai di colui che, per onestà intellettuale, non da il voto alto al film che l'ha emozionato, perché ne riconosce i difetti (o magari semplicemente i limiti).
Esempi? Vedi i miei commenti a La vita è bella, Qualcuno volò sul nido del cuculo.
Però ci sono film di cui riconosco la grandezza estetica, artisticamente non canonica, stilisticamente originale, ma che deviando - appunto - dal canone, suscitano in me i più grandi entusiasmi. Lì mi emoziono: ma si tratta - credimi - di un giudizio che do e difendo convinto della più profonda onestà intellettuale.
Per me l'arte è più arte quanto più manca di rispettare certi canoni (anche e soprattutto narrativi) di convenzionalità. Io credo risieda in questo la nostra differenza di approccio. A me davvero piace e reputo grande (non è necessariamente il caso di Snowpiercer, eh) ciò che è palesemente squilibrato o sbilanciato nel senso che ha voluto imprimere l'autore fedele a una propria coerenza poetica e stilistica. Che se ne frega della convenzione.
ferro84  11/03/2014 22:45:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Penso che questo film abbia così vistosi buchi di sceneggiatura in quanto sia fondato su un presupposto sociologico molto politico e poco o per niente scientifico.

Il messaggio sotteso è molto banale e forse il voler leggersi altro mette a nudo la pochezza del soggetto stesso.
Senza offesa per chi l'ha apprezzato ma, in sincerità, leggendo gli interventi non ho letto punti di vista differenti ma solo parziali di chi certe incongruenze non le ha proprio notate.