caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA SANTA regia di Cosimo Alemà

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  26/01/2016 11:50:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quattro soci male in arnese decidono di trafugare la venerata statua della santa protettrice di un paesino del Salento. Contano di farci un po' di soldi, considerato il valore del manufatto. L'impresa sembra tutt'altro che ardua, la mancanza di sorveglianza e l'ingenuità degli abitanti del posto dovrebbero permettere un colpo senza sgradevoli sorprese.
Ed invece in men che non si dica si ritroveranno braccati, con gli autoctoni poco comprensivi e molto risoluti nel voler portare a casa la pelle dei ladri.
Dopo il notevole "At the end of the day" Cosimò Alemà mette in piedi un thriller dalle forti sfumature noir, senza però convincere quanto nella sua prima opera. Il regista guadagna qualcosina in originalità ma perde molto a causa di una sceneggiatura in cui le forzature e le coincidenze sfiorano spesso l'inammissibile. La sensazione è quella di un'occasione perduta, perchè il film sul piano del ritmo incalza che è un piacere e allo stesso tempo la definizione dei personaggi (esclusi quelli femminili, troppo stereotipati) è decisamente superiore alla media di un film di genere. Anche la recitazione è incredibilmente valida, inoltre la commistione scenografica tra mondo rurale basato su ataviche tradizioni e l'inseguimento quasi di stampo metropolitano è un'abile mossa.
Semmai lasciano perplessi alcune sbavature nei dialoghi, a volte ridondanti, altri eccessivamente enfatici come nei palesi attacchi al cattolicesimo. Punto di vista a mio parere condivisibile, ma c'è un po' di confusione e qualunquismo, con il prete che ne esce tutto sommato bene dopo un pippotto sull'indottrinamento forzato delle giovani generazioni. Allo stesso tempo si cerca lo shock un po' gratuito, con una scena di sesso sotto un quadro a carattere religioso e una giustizia ferocissima priva di chiare motivazioni.
Non esente da difetti, ma pur nelle sue magagne "La santa" conferma la meritata attenzione sorta nei confronti del regista romano.