caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LEI regia di Spike Jonze

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
JOKER1926     6½ / 10  04/12/2014 14:41:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando capita che un film fa parlare di se, generalmente, siamo dinanzi ad un qualcosa che vale, o comunque, ad un qualcosa che è costruito su basi solide e sa il fatto suo.
"Lei" di Spike Jonze è uno di quei film che darà al critico qualche riga in più per motivare il giudizio, buono o cattivo, poco importa.
Leggendo il plot comunque le sensazioni sono positive, si ha una sorta di certezza di assistere ad un film che non si muove sull'asse della consuetudine, ma va oltre.
Il progetto di "Lei" però appare essere troppo sopra le righe, aiutandosi ovviamente attraverso uno scenario futuristico. Convincerebbe in un primo momento la scelta del computer Samantha ma poi il prosieguo della cosa rimane attaccato ed intrappolato a questa furbata del dialogo a due, fra uomo e robot. Non si avanza, la regia rimane in trincea.
Il tempo passa, il ritmo non è basso; ma alla lunga lo spettatore si stancherà, dopotutto questo film più che annoiare rende il pubblico stanco, stanchezza che non si accusa subito, ma a fine visione.
"Lei" ha contro se stesso una serie di tante cose, non mastodontiche ma fatali in una parziale stroncatura critica dello stesso.
Cioè è troppo prolisso, e decide di staccarsi totalmente dalla società, il tutto nasce e muore intorno all'improbabile feeling fra un uomo solo (Joaquin Phoenix) è un computer senza corpo. E come se la regia dicesse ho avuto questa idea e non la mollo più, il film non progredisce mai.
La stessa regia conduce i fili dell'epilogo in modo superficiale e manca il sale, non bastano un paio di musiche e un paio di sequenze sostenute da buone location per ipnotizzare.

Qualcuno affibbia al film di Jonze letture particolari e simboliche; diciamo che la morale è naturale, anche un bambino di piccola età potrebbe afferrarla; cioè parliamo di un prodotto cinematografico che funge anche da critica all'alienazione dell'individuo nel mondo con la fuga in un percorso irreale e alternativo. Parliamo di cose risapute, nulla di trascendentale.