Matteoxr6 7½ / 10 18/09/2014 01:21:14 » Rispondi Premessa: purtroppo va visto in originale a causa della scandalosa Ramazzotti (ancora non sono riuscito a scoprire i motivi di questa scelta, né tantomeno chi l'abbia veramente selezionata: distribuzione italiana o direzione del doppiaggio?)
Detto questo, il film mi è piaciuto per la sorta di chiasmo che presenta nel suo sviluppo (mi riferisco ai sentimenti dei protagonisti). Ho letto di come alcuni si siano focalizzati sul rapporto tecnologia-uomo, secondo me sbagliando. O meglio, tale tematica è solo appena sfiorata, in quanto inevitabile per via del soggetto, ma a mio parere la pellicola ha uno scopo del tutto diverso e sicuramente non ha come obiettivo un giudizio, quale che sia. Il regista ci ha voluto narrare la storia di un uomo e del suo rapporto con se stesso, con le proprie emozioni e la sua ritrovata voglia di capire, di esternare e riversare la propria coscienza. Egli, inizialmente per caso, ha la possibilità di provare tutto ciò grazie a lei, Samantha; da qui il titolo "her", posto appunto come complemento, in quanto destinataria delle azioni del reale soggetto sui cui è basata la sceneggiatura, Theodor. Dopo metà film, circa,
Her comincia piano piano a divenire sempre più She, quindi a sviluppare un'indipendenza pian piano sempre più consapevole.
I dubbi iniziali sulla relazione virtuale, poi in parte dissipati e in altra parte "coperti" da Theodor, divengono quelli di Samantha, la quale, proprio per farla breve, canalizzerà tutte le sue riflessioni nella spiegazione che darà al protagonista:
"È come se stessi leggendo un libro che amo profondamente. Sto ricominciando a leggerlo lentamente, come se le parole fossero molto distanti: uno spazio infinito l'una dall'altra. Sento ancora le parole della nostra storia, ma è come se mi trovassi in mezzo a quello spazio infinito, non fisico..."
. L'ho trovata una bella metafora: efficace nello spiegare lo stato d'animo, ma anche della realtà, in cui si sono immersi i due amanti. Alla fine,
Theodor, sconsolato, abbattuto e dubbioso, riprende contatto con la realtà a cui era abituato prima di conoscere Samantha. Questa volta però non lo vediamo scrivere fiumi di lettere per sconosciuti, bensì una per la sua ex moglie. Lo sentiamo chiedere scusa, lo ascoltiamo pronunciare una frase importante: "(...) Perché siamo cresciuti insieme e mi hai aiutato a diventare chi sono ora". Secondo me è un'importante rivalutazione del processo crescita comune; come se si fosse reso conto di aver ottenuto, con Samantha poco più che un riflesso di sé, di ciò che desiderava: essere amato. Quando il computer si è "evoluto" e si è distaccato da quell'unica coscienza che formava con l'utente, quell'amore (condiviso per altro con centinaia di altri utenti) non appagava più nessuno dei due: né l'uomo, né la "macchina". Si trattava quindi di un'utenza? Un profondissimo rapporto, sì, ma di utenza?
Non so se questa personalissima analisi, peraltro a tratti frammentaria, sia corretta, sinceramente. Curioso di conoscere le opinioni altrui in proposito a questa interpretazione.
JOKER1926 03/12/2014 02:11:01 » Rispondi Molto rispettabile la tua analisi e il tuo spoiler finale. Al momento non noto nulla di trascendentale in questo prodotto; ossia la regia credo sia andata a parare sull'effetto tecnologico che rende, in effetti, tutto abbastanza allettante. Le chiavi di lettura diventano tante perché sono fisiologiche ma poca premeditazione registica nel voler proiettare una morale, metafore e quanto altro.