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LEI regia di Spike Jonze

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  25/03/2014 23:41:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella societa' contemporanea la comunicazione interattiva va oltre le premesse e le frasi fatte sulla solitudine umana colmata dal sistema (ehm lo stesso che produce l'estraniamento sociale) e forse per questo un film esplosivo come Shame di McQueen e' invecchiato troppo in fretta.
Nel film di Jonke prevale l'imput letterario, e quel romanzo struggente tipico di una certa tendenza degli scrittori made in Usa di cui conosciamo diversi birignao strategici. Tipo la storia d'amore nata nei banchi di scuola, magari perduta e ritrovata, e poi persa definitivamente con lo scorrere del tempo. Con la futura/passata moglie di Theodore (stranamente catturata in didascalie in puro stile Terence Malick), figura tipica e consolidata di un romanzo americano su quattro.
Ma la Diversita' del film di Jonze e' colmata non troppo da quel romanticismo cartaceo ormai rubato a Twitter e Facebook, ma dalla "macchina" che colma i bisogni amorosi delle persone come fosse una dipendenza patologica della Nuova umanita'.
Ricorda certi film di Fincher, o certi libri di Palahniuk, con l'eccezione che qui siamo portati a CREDERE che l'immaginario sia una realta'concreta che il virtuale vs espressione vocale di seduzione e promesse sia piu' vivo ed emozionante del suo vizio-feticcio medianico.
In realta' questo film romantico sceneggiato in modo mirabile (e i dialoghi piu' belli che io abbia mai sentito in un film americano da dieci anni a questa parte) e' un film amarissimo. Potrebbe ingannare neanche fosse formalmente l'unico blockbuster (per certi versi lo e') senza effetti speciali, ma l'orgasmo virtuale tra Theodore e Samantha non e' il solito cliche' sul sesso via Internet nessuna webcam puo' darci la misura e l'intensita' di questo dialogo corporal-mentale che si vive senza che i corpi possano toccarsi davvero (esperienza che va oltre il capolavoro di Dennis Cooper chiamato esplicitamente T.r.o.i.a.).
Ci sono momenti che sfuggono di mano a Jonze, quando spicca l'autodifesa dei retaggi della fantascienza del passato, ma resta uno dei piu' grandi esempi di resistenza in un mondo dove la norma affettiva non e' piu' retaggio della ragione.