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DALLAS BUYERS CLUB regia di Jean-Marc Vallée

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Angel Heart     7 / 10  08/10/2014 19:19:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo un inizio sconvolgente e spiazzante (cowboy rozzo arrogante puttàniere alcolizzato drogato ed omofobo viene trovato positivo al test dell'HIV, ritrovandosi senza preavviso e con poco tempo a disposizione a dover fronteggiare la propria morte) il film si trasforma in un'interessante quanto delicata opera di denuncia contro il vero business che si cela dietro alla medicina ed alle case farmaceutiche (se esistono delle cure alternative e/o naturali alla tua malattia non ti è concesso di farne uso a meno che la legge non lo permetta; al contrario, sei costretto a fare affidamento alle false promesse di veleni approvati e distribuiti dallo Stato stesso che non smette di distribuire morte neanche davanti alle prove scientifiche).
A condurre la missione, un Matthew McConaughey semplicemente straordinario supportato da un altrettanto straordinario Jared Leto (due Oscar meritatissimi, per il primo in particolare).

Non c'è praticamente niente che non sia già stato affrontato in passato da pellicole più o meno impresse nella mente di tutti (i più penseranno subito a "Philadelphia") ma "Dallas Buyers Club" riesce comunque a dire la sua in modo pungente ed efficace trovando il giusto equilibrio tra ironia e tragedia; cosa ancor più importante, visto anche l'argomento che tratta, non scade mai nella facile retorica (se si esclude il tipico personaggio "da film" interpretato dalla splendida Garner) o in nauseanti teatrini strappalacrime e fasulli (un classico che di solito non manca mai in pellicole del genere).
Ogni tanto si arena nella seconda parte, ma resta comunque ben attento sia nel non perdere di vista il proprio obbiettivo, sia nell'affrontarlo in maniera sincera ed agguerrita fino alla fine.

Finalmente un film che, pur non essendo un capolavoro, si distacca per davvero dal desolante panorama cinematografico mainstream odierno; e finalmente, un film a cui si può dare un voto alto onesto, in base al suo valore effettivo e non semplicemente influenzato dall'enorme soddisfazione di aver visto qualcosa di decente in mezzo a tanta immondizia (un errore che oggi commetto spesso quando vado al cinema).