caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

UN VIAGGIO CHIAMATO AMORE regia di Michele Placido

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento make     4 / 10  20/06/2003 03:21:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un impeccabile, manierista, quadro cinematografico. In un'atmosfera poeticamente struggente e stucchevolmente studiata, Un viaggio chiamato amore si presenta agli occhi dello spettatore come il più classicista dei film classici. Tutto è perfettamente calcolato, dalla sceneggiatura, alle interpretazioni dei protagonisti, dagli ambienti pittoricamente descritti con immagini da cartolina all'attenzione storicista con cui sono stati relizzati i costumi di scena. Tutto è perfetto, tutto è studiato secondo i più rigidi parametri accademici...forse qualche nota eccessiva, a tratti gratuita, nelle scene di vilipendio passionale. Michele Placido alla sua prima vera esperienza in regia presenta un film sapientemente impacchettato, secondo le regole del classico polpettone amoroso. Lodevole la sua intenzionalità a descrivere una storia d'amore vissuta da due poeti, sensibili conoscitori delle velleità umane e altrettanto vittime del loro stesso affascinante, masochistico intrico amoroso. Dulcis in fundo la consacrazione della poesia come mezzo catartico. Per una dettagliata, morbosamente vojeristica, curiosità di conoscere le dinamiche del rapporto sentitamente interpretato da stefano Accorsi e Laura Morante, sicuramente il film risulta impeccabile ma se lo spettatore desidera penetrare nelel dinamiche del rapporto esistenziale, se lo spettatore, stimolato dalle poesia di Dino Campana, vuole ricercare non solo e non tanto la banalità di una storia ma la forza espressiva del rapporto amoroso, dove nessuno è vittima come nessuno è vincitore, dove tutti sono pazzi e nessuno è insano, insomma se lo spettatore vuole vedere cosa si nasconde al di là della follia del poeta e sancirne la sua consacrazione non come mentore di anime ma come cantore dell'impercettibilità, dell'indefinitezza, dell'inconsistenza, della fuggevoilezza dell'amore allora il film risulta essere freddo, distaccato, prevedibile, facile e soprattutto inutile. Un film che sa di vecchio sin dalla eprima scene, un film già visto nonstante la novità della versione cinematografica. C'è tutta la passione di Michele Placido nel volerlo relaizzare sicuramente ma purtroppo manca quel quid che rende l'opera un vero capolavoro, al di là dell'immagine, al di là della storia, nel rispetto della vera poesia. Un film, per certi versi irritante, che non fa riflettere, va solo visto, se si vuole. Aspettiamo un vero lungometraggio su ciò che rappresenta, al di là dell'evento narrato, la storia d'amore. Così non si uscirà più dal cinema credendo che fosse il folle masochismo passionale il legame che vincolava i due protagonisti ma si uscirà, spero, contemplando il e non un viaggio chiamato amore di due grandi poeti.
serrano  16/05/2008 02:04:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
...concordo...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  29/08/2006 02:26:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento eccellente... ma perchè gente capace come te scrive così di rado?