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THE ACT OF KILLING - L'ATTO DI UCCIDERE regia di Joshua Oppenheimer, Christine Cynn

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_Hollow_     10 / 10  24/10/2014 04:21:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sarebbero molte cose da dire riguardo "The Act of Killing".
Innanzitutto premetto di non aver visto il documentario originale da 1 ora e 55 minuti come riportato in scheda ma la Director's Cut da 2:40h.
Proprio per questo, nella ricerca di un giudizio numerico, si trova qualche difficoltà (la versione integrale è molto più dispersiva e alterna elementi perfetti ad altri un po' più discutibili). Banalità del male (alla Hannah Arendt); influenza occidentale non solo politica (la caccia ai rossi) ma pure culturale e ideologica (i film hollywoodiani); essenza della politica e dei politic(ant)i; consumismo; temi che vengono inframezzati da manie verso il sesso, verso i denti; egocentrismo e manie di grandezza; squallore, gusto per il volgare e coreografie assurde che ricordano il cinema giapponese, Kitano e il teatro Kabuki.

Come detto, si potrebbe parlare di moltissime cose, soprattutto riguardo i protagonisti. Esaltare moltissime scene. Ma quello che m'ha spinto a convincermi della perfezione di un'opera simile è il finale. Il finale è totalmente emblematico. Un vecchio assassino, alla sua peggiore (e ce ne vuole) prova da attore, che tenta di far salire un vomito che non ha nessunissima intenzione di venir fuori. Nel frattempo cani abbaiano in lontananza, a rendere ancora più unica e desolata la scena, che si protrae per delle squallidissime scale. Il trionfo di John Cage.

Come racchiudere in un film, pensando rispettivamente a vittime e carnefici, tutto il valore e al tempo stesso la fragilità e pochezza della vita (umana).

Concluderei così, mi sembra adatto: "La vita non è che un'ombra in cammino; un povero attore che s'agita e pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, e senza alcun significato".