kowalsky 7 / 10 31/10/2006 12:43:05 » Rispondi "Ognuno sceglie le cose a modo suo: alcuni scelgono di fuggire, altri rimangono e combattono"
Van Demme è un corpo che recita, la sua fisicità è tutt'altro che un espediente, perchè anche nell'action-movie bisogna saper utilizzare un corpo, senza essere un bieco stereotipo di (scusate il gioco di parole) steroidi. Van Demme, come attore, ha avuto meno fortuna di Schwarzy, ma è indubbiamente piu' capace: le vaghe sfumature dei suoi personaggi lo confermano. E lo conferma "In hell" un film che calca la mano e il cui autore ha la sottigliezza di un elefante rabbioso, ma non è solo questo. "In hell" è un onestissimo b-movie carcerario che sfiora spesso il ridicolo (le guardie sadiche e corrotte, le fotografie che si rianimano come uno spot tv, la rabbia implosiva che tanto è forzata che a volte diventa caricatura), tuttavia non deluderà gli appassionati del genere. Piace che la narrazione sia affidata al personaggio del carcerato di colore, il quale esige "silenzio" e pensa osserva descrive tutto cio' che vive nella drammatica realtà quotidiana. Piace che il "gladiatore" Van Demme sia ferito, maltrattato, picchiato, umiliato, prima della sua riscossa, perchè la legge del gladiatore è anche questa, la tenacia che prova una forte resistenza fisica e mentale. Piace che, come Nickmanofredda di un film di Newman, riesca a stabilire la sua resistenza. e diversamente da lui non venga colto da gesti di sfida fatali. E non mancano citazioni a destra e a manca, come il famoso "Papillon" o (purtroppo) "Pulp fiction", in una sequenza che sembra una brutta parodia della scena leather-fetish del capolavoro di Tarantino. Insomma, cose che funzionano, altre per niente: la cosa piu' interessante del film è indubbiamente quella per cui - attraverso risibili flashback - il protagonista ricorda la moglie e la strana forza naturalistica delle falene... sembra assurdo vivere un'immagine poetica in un film come questo, ma ha un indubbio fascino... "In hell" racconta con efferata crudeltà ma anche con sincerità la sopraffazione umana ("credi di essere un vincente, ma quando ti abbassi al loro gioco, sei un perdente") con un messaggio invasivo: alla merce' del potere, l'uomo diventa l'agnello sacrificale della sopraffazione vigente. Per quanto sia assurdo trovare questo beffardo bestione assurgere a Cri.sto, anche tutta la sua aspra violenza sembra avere un senso, o una forma di impellente necessità
shogun 30/04/2007 14:49:53 » Rispondi sei un bravo critico, ma non sei appassionato di Van Damme vero!! Lo hai scritto svariate volte con la E (Van Demme).