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IL PASSATO (2013) regia di Asghar Farhadi

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amterme63     7½ / 10  08/12/2013 22:11:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è piuttosto lungo (è diviso infatti in tre tempi) ma non è affatto noioso. Ruota intorno a 3 personaggi che vivono nella Parigi moderna. Due di loro (gli uomini) sono di origine arabo-iraniana. C'è da dire che la nazionalità, la cultura o l'eventuale religione non incidono per niente nella storia. L'oggetto sono i sentimenti umani, la loro natura complessa, inestricabile, contraddittoria, quasi incomprensibile ai soggetti stessi. Soprattutto ci si trova a fare i conti con le conseguenze della natura instabile dell'animo umano. Ciò che si è fatto (se si poteva evitare o no, le sue conseguenze) pesa come un macigno sui destini delle persone ed è quasi impossibile rimuoverlo. Da qui infiniti conflitti, incomprensioni, distacchi, litigi, riconciliazioni, in un balletto che non ha conclusione né soluzione.
Apparentemente "Il passato" adotta uno svolgimento narrativo simile a quello delle telenovelas. Infatti si presentano alcuni personaggi senza alcuna indicazione sulla loro storia e sul loro carattere, poi piano piano, attraverso lunghi dialoghi, piccole scene rivelatorie, supposizioni, sospetti, rovesciamenti, colpi di scena, come in una specie di puzzle, si costruiscono le loro storie e i loro stati d'animo, con un ritmo che prende e appassiona, coinvolge lo spettatore.
A differenza delle telenovelas (in cui l'accento è posto sulla morbosità, la stranezza e la sorpresa dei vari "colpi di scena" emotivi) qui l'accorgimento narrativo è usato per penetrare nella natura umana, per proporci degli esseri imperfetti e contraddittori. "Il passato", agganciandosi alla tradizione francese dell'esprit de finesse, scava, scruta impietoso per rivelarci la fragilità e l'instabilità del nostro essere umani.
Il regista alterna scene di stile tradizionale a campo-controcampo (che ricordano appunto le telenovelas) ad altre in cui utilizza la tecnica dell'inseguimento (tipica dei film dei fratelli Dardenne). In ogni caso gran parte della riuscita del film va alla sentita e partecipata recitazione degli attori.
A parte i limiti e le convenzionalità (quelli che lo fanno assomigliare alle telenovelas) è pur sempre un bel excursus nella fragilità umana.