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IL PASSATO (2013) regia di Asghar Farhadi

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oh dae-soo     8 / 10  24/11/2013 12:20:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
alcuni spoiler

Quando un regista risulta così riconoscibile si avverte sempre una strana sensazione. Da un lato c'è il piacere,
anche solo personale, di aver già "immagazzinato" la sua cifra e il suo stile, di esser già riusciti in soli 2 film ad individuare quali sono le caratteristiche principali del suo far cinema. Sensazione che poi porta ad una riflessione più ampia su questa meravigliosa arte che, appunto, fuori da effetti digitali dai film in catena di montaggio, riesce ancora ad essere una disciplina in cui il regista risulta riconoscibile.
Dall'altro lato della medaglia però già con soli due film, praticamente identici, si inizia ad avere la paura che manchi un pò di poliedricità e di inventiva, che si sappia fare, certo benissimo ma una sola cosa.
Resta il fatto che Il Passato, come fu Una Separazione è un'altra grande opera del regista iraniano Fahradi, un mago degli script e delle direzione degli attori. A proposito, che piacere rivedere il Rahim de Il Profeta e la Benjo di The Artist...
Ancora una volta una separazione come tema principale, ancora una volta una straordinaria prova del cast, ancora una volta un film che basa gran parte della sua forza in dei dialoghi magnifici e tremendamente realistici, ancora una volta un uso degli interni quasi teatrale, ancore una volta la sensazione non di un film che prende un pezzo di vita ma di una vita che entra in un pezzo di film.
A Fahradi non interessano trucchetti, colpi di scena o scene madri (anche se a livello metaforico ne sono individuabili più d'una), a lui interessa raccontare una storia anche non notevole, anche semplice e restituirla nel modo più realistico e meno cinematografico possibile.
Anche se, e qui c'è lo scarto più grande con il precedente film, mentre in Una Separazione la semplicità della vicenda era quasi disarmante qui si tinge leggermente di giallo e di thriller perchè tutti i personaggi, e noi spettatori con loro, andiamo alla ricerca della verità, al cercar di capire cosa sia successo e perchè il giorno che la moglie di Samir ha tentato il suicidio.
La magia del film è che in un modo o nell'altro tutti i personaggi possono essere colpevoli e non esserlo. Tahir e Marie con la loro storia clandestina, Lucie con le sua mail, la lavorante con quella bugia. Non parliamo di colpe morali perchè quelle, gioco forza, sono tutte nella coppia fedifraga, ma delle colpe effettive che hanno portato a quel gesto. E il passato del titolo piano piano viene fuori portando in superficie amori probabilmente mai finiti, segreti mai rivelati, azioni mai confessate.
Chi ama chi? E chi deve espiare colpe? Chi deve sostituire un vuoto con un pieno?
Il film lavora su delle sottigliezze psicologiche labilissime, ogni personaggio è allo stesso tempo caratterizzato in maniera meravigliosa ma sfuggente, indecifrabile. Lo è Marie che passa da uomo in uomo per coprire chissà quale disagio, lo è Ahmad, probabilmente il personaggio più "puro" e positivo ma anch'esso con i suoi scheletri nell'armadio, lo è Lucie (una grande nuova attrice) che non ce la fa più a vedere un uomo diverso vicino a sua madre dopo che ha visto andar via sia il suo vero padre che quello che di fatto l'ha cresciuta (Ahmad). Lo è anche il piccolo Fouad, personaggio minore in apparenza, ma forse il più tragico, quello che ha vissuto lo shock più grande. E, forse, quello che sa qualcosa.
Il finale è il vero capolavoro del film, è il finale che già immaginavo e speravo a metà visione.
Quel letto, quella donna.
E lui che torna indietro per farle sentire il suo profumo.
Perchè tornare indietro, perchè? Eppure la situazione sembra incontrovertibile, eppure i medici te l'hanno detto, eppure nemmeno i profumi servono.
Nella risposta a questa domanda c'è quasi tutta la lettura del film.
E in quella mano che leggermente stringe l'altra.
Ma quello che Samir non ha visto e noi, se attenti, invece sì è quella lacrima che scende.
Se tu l'avessi vista Samir sarebbe tutto più facile per te.
Capire cosa fare, dove andare.
O forse più tutto difficile.
Noi l'abbiamo vista, senza il dettaglio, senza esser messa in evidenza, l'abbiamo vista laggiù piccola e lontana.
Va cercata.
Bisogna esser fortunati a vederla.
Perchè è semplicemente magnifica.
jack_torrence  25/11/2013 00:56:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo ancora risponderti sulla vitadi adele, perdonami se non l ho ancora fatto, il tempo e'tiranno!!
Ti scrivero'al piu'presto.
Ps sto attivando un blog!
jack_torrence  25/11/2013 00:54:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lacrima magnifica, h detto bene. E'come l'intarsio centrale di un film che e'cesellato a intarsi, che ha l'orditura labirintica di un ricamato tappeto persiano.
oh dae-soo  25/11/2013 14:03:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1 stupenda la tua metafora

2 stai parlando con il re dei ritardatari, credo che devo dare da mesi risposte ad altre persone,non preoccuparti, se ti capita fallo

3 era ora! linka che ti metto subito in blogroll
jack_torrence  07/12/2013 00:41:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
giuro che ti rispondo sui 5 punti di Adele, tutto sta a trovare il tempo e la concentrazione!
Devo ancora implementare il blog arricchendolo dei primi contenuti, ero partito ma mi sono fermato nelle ultime settimane che sono state frenetiche. Una delle cose che devo ancora fare, è creare il blogroll. Intanto, ti do comunque l'indirizzo: www.eyeswideshining.wordpress.com
Ciao!
PS ieri sera ho visto Stoker. Anche se a freddo perde qualcosa a livello di trama, è visivamente uno dei film più affascinanti della scorsa annata! Ho letto naturalmente la tua recensione, che condivido appieno
oh dae-soo  08/12/2013 18:49:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah ah, tranquillo!

Ti vengo subito a trovare!

Davvero la pensi così su Stoker?

pensavo di essere l'unico...

meno male...
jack_torrence  09/12/2013 11:46:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Davvero la penso così, su Stoker.
E' uno di quei film che quando li vedi sono una grande gioia per gli occhi di un amante di cinema.
Park è un regista di grande talento stilistico. Anche se riconosco di non averlo maturato appieno (dovrei rivedere tutta la trilogia), penso che se avesse una maggiore profondità tematica o, in casi come Stoker, una maggiore padronanza della materia narrata (si vede che Stoker non l'ha scritto, ma l'ha messo in scena in modo divino), per me sarebbe uno dei più grandi registi viventi.