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BLUE JASMINE regia di Woody Allen

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  14/05/2014 10:46:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sgradevolissimo personaggio quello di Jasmine, vittima più di se stessa che degli eventi, donna viziata e fondamentalmente sola, apatica e appena capace di farsi trasportare dalla corrente ad occhi chiusi , un po' per non vedere le tempeste in arrivo e un po' sperando che il molo d'attracco sia di quelli giusti.
Purtroppo per lei, dopo una vita regale, si scopre che il marito -ricco sfondato- è un farabutto fedifrago, pure invischiato in loschi affari economici. Fine dell'impero per la bella regina ed un ritorno alle origini dalla sorellastra sfig.ata a San Francisco. La nuova reggia è un appartamento modesto, seppur dignitoso, da condividere con la chiassosa prole della padrona di casa oltre che al pittoresco fidanzato di lei, tipico esemplare della working class americana.
Mica semplice passare dalle coste assolate della Francia ad un baretto sull'oceano, rinunciare a party, abiti e gioielli vistosi, macchine di lusso , giornate divise tra shopping e attività filantropiche (con soldi sottratti ad altri). Urge rimboccarsi le maniche, ma Jasmine continua a vivere nel suo mondo, agognando una nuova gallina d'oro tramite cui riallinearsi a quel tenore di vita perduto così bruscamente.
In bilico tra commedia e dramma Allen tira fuori una storia che non ingrana mai le marce alte, si prova tenerezza e allo stesso tempo ribrezzo per il personaggio principale, questo per gran abilità del regista, lodevole nel costruire un'antieroina di gran consistenza interpretata in maniera magistrale da Cate Blanchett.
Il resto però è un foglio bianco dal quale ogni tanto spunta qualche ideucola poi reiterata all'infinito. La storia è debole, con le nevrosi di Jasmine vincolate al rapporto impossibile col mondo circostante sottolineate sino allo sfinimento, alla lunga tedianti soprattutto in assenza di un ambiente adatto ad accoglierle e svilupparle a dovere. Manca la finezza cinica di "Match Point", e nemmeno il malessere, seppur discutibile di "Sogni e delitti", Allen si affida totalmente ad un personaggio credibile e intenso, ma insufficiente a reggere in solitaria la vicenda.