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GIOVANE E BELLA regia di François Ozon

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  22/01/2014 10:17:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fenomeno della prostituzione giovanile (e in questo caso minorile) viene affrontato da François Ozon in maniera distaccata, lasciando allo spettatore la facoltà di giudicare il comportamento della giovane Isabelle. La ragazza, in arte Lea, è una studentessa (interpretata dalla modella Marine Vacht) dai palesi tormenti interiori; ma da cosa siano originati è impossibile affermarlo con certezza, impressione che diventa sgradevole barriera emotiva per "Giovane e bella" .
L'impossibilità di comprendere fino in fondo cosa spinga a vendersi una 17enne senza particolari problemi economici e con una famiglia fatta di affetti, segreti e ipocrisie come tante, lascia un attimo spiazzati. Si percepisce indubbiamente la volontà di crescere in fretta con la verginità "regalata" durante una storiella estiva di poco conto, allo stesso tempo non vi è la folle esigenza del possedere (l'ultima borsa di Prada o il paio di scarpe di grido). Non trattasi quindi di fashion victim, si avvertirebbe una certa necessità di misurare il proprio valore in un mondo sempre più competitivo o, più banalmente, un tentativo di interazione con un surrogato paterno, visto che quello acquisito non ha autorità e quello biologico è tale solo per pochi giorni l'anno, tra l'altro premuroso solo mediante generosi regali in denaro. Non è un caso l'allergia a qualsiasi intromissione maschile nel suo nido famigliare, come a temere che la separazione patita dalla madre possa ripetersi su di lei, al contempo troppo libera e indipendente per incatenarsi a qualcosa (gioielli, abiti, vestiti, ecc..) o a qualcuno.
Le supposizioni possono essere innumerevoli, con Ozon che sottende maliziosamente ad un rapporto quasi incestuoso mentre sviscera l'unica certezza della protagonista, quella donata dal potere che una bellezza così speciale porta in dote; mentre occorre nell'epilogo Charlotte Rampling per per far finalmente vibrare d'emozione quello splendido visetto perennemente imbronciato.