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THE LAST DAYS regia di David Pastor, Àlex Pastor

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Spotify     6 / 10  29/07/2015 19:21:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Filmetto senza infamia e senza lode sulla solita epidemia strana che decima l'umanità intera. Nonostante questo prodotto provenga dalla spagna e non dai soliti stati uniti, si poteva pensare un qualcosa di diverso, però ciò non è stato o per lo meno se c'era, non si è sentito. Magari, il tipo di epidemia è alquanto singolare, visto che ci si ritrova in una impossibilità di stare all'aria aperta invece che nel mezzo del solito morbo che trasforma la gente in mostri affamati di carne umana. Ma comunque non basta a sufficienza per sollevare tale opera dallo stereotipo in cui si ritrova. Si parte molto lenti, all'apparenza sembra che ci sia davvero una pochezza di idee, vediamo solo i primi sprazzi del post-epidemia mescolati a flashback che ritraggono la vita del protagonista. Insomma c'è una lentezza registica (sempre iniziale) che rende davvero pesante la pellicola. Poi, all'incirca dal 35-40 minuto in poi, finalmente si comincia ad ingranare, sale il ritmo, e si inizia ad assistere ad un piacevole thriller. Mi è piaciuta molto l'idea dell'alleanza tra il protagonista e il suo capo di lavoro, i quali giorni prima avevano un rapporto conflittuale, mentre ora lottano insieme per sopravvivere. Le sequenze di suspense sono ben congegnate, ben girate. Insomma, funzionano. Belle anche le scene d'azione come quella del supermercato. Poi è ricostruito molto bene il climax apocalittico e le ambientazioni devastate. Purtroppo però è tutto troppo ricopiato dallo stile americano. Discreta direzione degli attori, abbastanza credibili nei ruoli che ricoprono. Magari la caratterizzazione lascia un po' a desiderare. Il finale mi è sembrato abbastanza inverosimile, moralmente toccante, ma troppo forzato e tirato. Suggestive le scene dove le persone vengono colpite dal morbo invisibile. Effetti speciali buoni e valorizzati sapientemente. Sicuramente i fratelli (almeno penso) Pastor hanno voluto mandare il bello seppur stereotipato messaggio (tra l'altro sempre d'ispirazione americana) dell'amore, il quale è forte più di ogni altra cosa. La fotografia non è male, contribuisce all'atmosfera apocalittica. La sceneggiatura l'ho trovata debole. Approssimativa, non viene mai spiegata la causa di tale disastro, e alla fine, risulta davvero povera di idee, escludendo sempre quella del virus ovviamente. Ahh, e poi dialoghi, mamma mia, quanto sono stupidi. Il cast se la cava, nessuno è fenomenale, ma tutti svolgono bene la loro parte.

Pellicola da guardare senza pretese, non male per una serata a cervello spento. Si dimentica in fretta. 6++ .