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LOCKE regia di Steven Knight

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  12/02/2015 11:38:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il buio della notte avvolge Ivan Locke, rinchiuso nel suo Suv sfreccia in direzione Londra. Marito esemplare, lavoratore instancabile, padre affettuoso; almeno fino ad oggi quando scoperchierà il suo vaso di Pandora.
Quella che è stata l'amante occasionale di una notte in cui alcol, euforia e solitudine hanno avuto il sopravvento, sta per avere un bambino. Ed il padre è Ivan.
Il che comporta dover essere onesto a tutti i costi, assumersi ogni responsabilità anche se ciò dovesse stravolgere la vita che fin'ora ha vissuto.
La maschera può finalmente essere calata mentre corre verso una quasi sconosciuta, fragile e sola, bisognosa della sua vicinanza in quanto abbandonata dal mondo.
Il viaggio è caratterizzato da un flusso continuo di telefonate. Mentre calma e rassicura la donna litiga col suo preoccupato datore di lavoro. Ivan è un capomatsro eccezionale, impossibilitato la mattina seguente a sovrintendere quella che sarà un storica colata di calcestruzzo, la più imponente per quanto riguarda l'edilizia civile europea.
Urge trovare un sostituto, controllare tutto affinchè i materiali richiesti raggiungano il cantiere e i permessi siano in ordine, evitando un disastro che significherebbe bancarotta per l'azienda.
Ma il primo dei pensieri è per Katryn, moglie ignara, amorevole nel preparare birra e salsiccie in attesa che il marito torni a casa e si rilassi con i due figli vedendo la partita. Ovviamente non sarà affatto contenta della novità.
Ci sono solo un uomo e suoi interlocutori: costui sa della possiibile ed imminente distruzione del suo matrimonio, del rischio di perdere il lavoro oltre che la nomea di uomo affidabile. Ma ciò ha importanza relativa, i fantasmi del passato sottoforma di un padre alcolizzato e pusillanime esigono essere ascoltati. Ivan è pronto a fare ammenda anche a costo di perdere con una manciata di telefonate tutto ciò che ha guadagnato in nove anni di duro lavoro.
Film coraggioso quello di Steven Knight, completamente girato nell'abitacolo dell'auto non concede nemmeno per un attimo il fianco al tedio. I dialoghi sono incalzanti, mentre Tom Hardy riesce a rendere alla perfezione il ritratto di un uomo straziato, sull'orlo dell'abisso ma deciso a restare in equilibrio senza che la disperazione lo divori. Un personaggio fallace e quindi umano, con il fardello dell'imperdonabile debolezza da espiare. Il dovere chiama e lui risponde; lanciato su un' anonima autostrada verso il disastro annunciato ma anche verso la redenzione.