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THE CANYONS regia di Paul Schrader

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76mm     8 / 10  08/06/2017 15:27:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quando sono entrato in questa pagina per scrivere il mio commento e ho visto la media voto giuro che la prima cosa che ho pensato è stata quella di aver sbagliato scheda…poi ho controllato e…no, nessun errore, era quella giusta, per cui sono stato assalito dai dubbi e prima di postare mi sono soffermato a chiedermi perché a me invece fosse piaciuto così tanto questo film…che abbia preso un abbaglio?
Quello che mi è sembrato strano, pur riconoscendo che sicuramente non è un film per tutti i palati, è che normalmente le pellicole di questo tipo dividono, spaccano, sia a livello di critica che di pubblico, mentre mi sembra che questa abbia messo tutti d'accordo in negativo, e non riesco a capire il perché.
Ora, lungi da me l'intenzione di fare il difensore delle cause perse, però mi sento di fare alcune riflessioni sugli aspetti più criticati del film:
La sceneggiatura secondo me è una bomba, è puro Ellis elevato al cubo, è come vedere un suo romanzo trasposto in immagini…affermare che Ellis non sappia scrivere una sceneggiatura è come affermare che non sappia scrivere un romanzo, e questa mi sembra un'affermazione non condivisibile.
Posso capire che i suoi libri possano risultare indigesti per i contenuti, ma lo stile e la capacità di scrittura credo non possano essere messi in discussione, per cui anche in questo caso chi non ha apprezzato probabilmente lo ha fatto per motivi prettamente contenutistici e non perché i dialoghi siano effettivamente scritti male…ci può stare per carità, però mi chiedo che tipo di sceneggiatura ci si aspettasse da uno come Ellis.
Più che altro quello che mi sono chiesto io è perché Schrader, che è uno dei maggiori sceneggiatori viventi (e qui non temo smentite) ed ha quasi sempre curato in prima persona le sceneggiature dei suoi film da regista, qui abbia delegato a terzi…motivi pubblicitari? Non credo...quante persone scelgono di vedere un film per lo sceneggiatore? Anzi, quante persone in percentuale si apprestano a vedere un film sapendo chi lo ha scritto? E poi Ellis…forse vent'anni fa poteva essere un nome commercialmente spendibile, ma adesso? In quanti hanno letto il suo ultimo romanzo?
No, secondo me il motivo è che Schrader, pur avendo descritto magistralmente nella sua illustre carriera alcuni celebri disadattati (Travis Bickle e Jake La Motta su tutti) ha sempre avuto la tendenza a "romanticizzare" i suoi personaggi, ad abbellire le loro miserie, cosa che in questo caso non doveva assolutamente essere fatta perché questi personaggi qua non sono semplicemente dei disadattati…sono delle mer*e totali, prive di valori, di sentimenti, di orgoglio, di amor proprio…e così dovevano essere descritti, senza il rischio di farli sembrare anche solo leggermente migliori delle nullità che sono…ed in questo caso chi meglio di Ellis? chiunque abbia letto anche solo uno dei suoi romanzi sa bene cosa intendo.
Pertanto capisco che alcuni dialoghi possano risultare irritanti per la loro idiozia, ma in questo contesto non potevano essere scritti diversamente, né meglio.
Veniamo al cast: qui effettivamente la puzza di trovata pubblicitaria si fa un po' più intensa, considerando anche che questo film è stato finanziato in gran parte tramite crowdfunding…l'ex bambina prodigio rovinata dai vizi, il pornoattore prestato al cinema…chi ci vuol vedere la "furbata" è libero di farlo e io non ho argomenti per confutare…ma, a mio avviso, anche in questo caso non ci poteva essere scelta più appropriata…quale grande attore saprebbe interpretare una patetica nullità meglio di quanto una vera patetica nullità saprebbe interpretare se stessa? Se qualcuno avesse visto meglio nei panni dei protagonisti Di Caprio e la Portman, giusto per fare due nomi a caso, credo che non abbia proprio capito quello che il film vuole trasmettere.
A mio parere sia i protagonisti che i comprimari sono semplicemente perfetti per il ruolo che interpretano, che è fondamentalmente quello di loro stessi.
Ci sarebbe altro da analizzare ma non voglio dilungarmi troppo, mi permetto solo un'ultima considerazione su un altro punto che mi è sembrato un po' controverso: di cosa parla The Canyons? Di morte. Chi è morto? Il cinema.
The Canyons è fondamentalmente un epitaffio funebre, chiunque abbia seguito la querelle Festival di Cannes vs. Netflix penso abbia capito che il cinema, per come lo abbiamo sempre inteso fino ad ora, è destinato a morire, non c'è ancora una data certa ma è sicuro che prima o poi avverrà.
Le sale stanno progressivamente sparendo (che malinconia quelle immagini sui titoli di testa), sopravvivono solo i multisala perché sono diventati luoghi d'incontro con tanto di negozi, ristoranti, spazio giochi per bimbi, e la maggior parte delle persone che li frequentano entrano in sala pensando già allo shopping o a cosa mangiare dopo…a breve si potranno vedere i film in prima visione sul telefonino mentre si guida l'auto o mentre si trangugia un panino in pausa pranzo…a me questa cosa mette un'infinita tristezza.
Le stesse persone che lavorano nel cinema evidenziano una totale indifferenza verso di esso, memorabile in tal senso la battuta "Do you really like the movies?" che la Lohan rivolge all'ingenua assistente di produzione, che è l'unico personaggio positivo del film e per questo, paradossalmente, il più "fasullo".
In compenso la vita stessa è diventata un set e siamo tutti attori (altra grande battuta), impegnati a recitare parti, interpretare ruoli, sciorinare battute, farci riprendere continuamente dal telefonino.
Ora, questo film non è stato girato trent'anni fa per cui non voglio dire che Schrader abbia avuto doti di preveggenza…nel 2013, soprattutto per gli addetti ai lavori, doveva già essere ben chiara la situazione…però con la piega che sta prendendo negli ultimi tempi direi che l'occhio lungo un pochino ce l'ha avuto.
In definitiva, The Canyons non è un film privo di difetti, ma fra qualche anno, insieme a Holy Motors di Carax, potrebbe (io dico dovrebbe) essere oggetto di rivalutazione generale e venire considerato come quello che per me già è, un testo seminale per cercare di comprendere meglio (a posteriori) la fine dell'industria cinematografica.
"This is just this".