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GLI AMORI IMMAGINARI regia di Xavier Dolan

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  01/03/2017 10:26:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancora un triangolo amoroso? Ebbene si, ma se a raccontarlo è Xavier Dolan si può star certi di non imbattersi nel solito polpettone impregnato di melensaggini e banali atti melodrammatici. Ed in effetti "Les amours imaginaires" pur essendo -a mio modesto parere- il lavoro meno incisivo della breve ma brillante carriera del filmaker canadese, rifugge i clichè del sentimentalismo spiccio per attestarsi su un livello superiore, in cui il sentimento prende corpo attraverso una rete di passaggi realistici ed impulsivi nella loro urgenza di essere accolti.
L'amore in questione è quello provato da una coppia di amici, lui gay (lo stesso Dolan), lei etero, entrambi folgorati dal belloccio Nicholas, il quale mostra simpatia per entrambi teorizzando un orientamento sessuale ambiguo. Quello che agli occhi dei due innamorati pare un vistoso flirtare è forse solo un desiderio che nulla ha con vedere con Cupido e affini, ma un semplice bisogno di relazionarsi con un mondo stimolante per ragioni diverse da quelle suggerite dal cuore.
Dolan porta alla luce un amore unilaterale con il giusto equilibrio, gira alla sua maniera vanesia ed esteticamente ricercata ma non sbrodola mai eccessivamente nonostante i numerosissisimi ralenti e il lavoro sulle inquadrature fin troppo eccentrico. Esprime un' idea di relazione nel nuovo millennio, attraverso lo strane ménage à trois ma anche per mezzo di finestre quasi documentaristiche, in cui alcuni giovani (tra cui la tipa con gli occhiali vince per distacco) raccontano le loro esperienze, condisce il tutto con la consueta soundtrack per tutti i gusti spaziando dal rap degli House of Pain alla classica di Bach, dal synth-pop all'elettronica, fino alla "Bang Bang" versione made in Italy di Dalida.
Bravi gli attori, soprattutto Monia Chokri (peccato per il piccolo ruolo della Dorval). La storia magari non è poi così incalzante e a tratti sembra un po' trascinarsi con fatica, ma la visione lucida dell'autore, completamente aliena a certo cinema commerciale ridicolmente sognante e fiabesco, fa la differenza.