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PROFESSIONE: REPORTER regia di Michelangelo Antonioni

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  12/07/2009 17:22:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante questa mia prima vera esperienza Michelangelo Antonioni. Non conosco minimamente le tematiche di questo regista, sempre molto utili se non essenziali nell' inquadrare correttamente un film quando si parla di Cinema d' autore. "Professione: reporter" è la storia di un desiderio di cambiare la propria vita, e mi è sembrato comunque un' opera a cavallo tra il reale e l' irreale. La verità di un reportage e la ricostruzione del documentarista, lasciare un' identità "reale" per prenderne una che non è la propria. Come recita Nicholson nel finale circa la storia del cieco, Locke è un uomo che ha voluto vedere la vita con degli altri occhi, ma che ha realizzato che era meglio vederla con gli occhi di un fotoreporter, mestiere con cui la realtà la si può anche ricostruire a proprio piacimento. Il film è tecnicamente eccelso, non so spiegarmi il perché ma, anche se costruito completamente su lunghissimi piani-sequenza, le inquadrature di Antonioni hanno veramente qualcosa di diverso. Bellissima la fotografia, e agghiacciante il video dell' esecuzione, tanto "vero" da sembrare "irreale" vederlo. Scontato dirlo ma grandioso il piano-sequenza finale. La Schneider è strabona.
Ciumi  13/07/2009 12:05:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se ti è piaciuta questa prima esperienza con Antonioni, allora ti consiglio di vedere Blow-up. Un film per certi versi simile, dove la vicenda rimane ancora più sospesa tra realtà ed illusione. Anche lì c’è lo spettro di un’indagine, anche lì, come in “Professione reporter”, si rimane sedotti da un senso di mistero, da quell’indolenza piena di grazia del regista italiano.
Bellissimo ancora il finale, forse meno virtuoso, ma altrettanto suggestivo ed indimenticabile.
Invia una mail all'autore del commento wega  13/07/2009 19:08:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, infatti è proprio il film che ho intenzione di vedere. Non so se si era capito, ma circa il mestiere del documentarista è collegato al fatto che il cieco può appunto costruirsi la realtà.