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DECALOGO 5 regia di Krzysztof Kieslowski

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  21/09/2011 11:00:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il meno criptico dei primi cinque episodi del "Decalogo" è sicuramente questo, dedicato al comandamento "Non uccidere".
Un giovane sbandato ammazza durante una rapina un laido taxista,Kieslowski evita di mitizzare la vittima e la mostra in tutta la sua sgradevolezza,come del resto rivela l'inesistente rettitudine del suo carnefice.L'umanità che popola il solito panorama urbano invernale,reso ancor più malsano da una fotografia splendidamente particolare,non è certo tra le più raccomandabili.
Tra tanta dissolutezza si staglia la figura di un avvocato idealista che riflette sulla prassi giudiziaria e su quanto questa poggi su provvedimenti estremamente repressivi e contraddittori.
Kieslowski comprende le necessità dell'inevitabile condanna ma al tempo stesso stigmatizza la pena più estrema,quella capitale,evidenziandone la palese e tragica analogia che essa include ponendo l'accento sull'equivalenza del gesto, tanto che crimine e giustizia esibiscono la stessa distaccata brutalità nel sottrarre la vita altrui.
Senza ricorrere ad eccesivi simbolismi il regista polacco espone con veemenza il suo punto di vista misurato attraverso dialoghi mai superflui,a tal proposito straordinario quello tra l'avvocato e il giudice che si "passano" il senso di colpa.Incredibile il realismo con il quale vengono mostrate le due morti.Colpisce duro il quinto capitolo del "Decalogo" cogliendo la natura disumana delle uccisioni,in fondo divergenti solo nella (presunta) legittimità.